Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo questa dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò in relazione al motu proprio Traditionis Custodes e ai “Dubia” a cui ha risposto la Congregazione per il Culto divino. Buona lettura.
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, la nostra BDV ci offre in riflessione e lettura un secondo racconto – purtroppo molto, troppo vero – sul Puparo e i suoi burattini, quelli che ci affliggono l’esistenza. Buona lettura.
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E ora che il Santo Natale ha incendiato la mia fede, ha reso ancora più salda la mia fortezza, ora che il Santo Bambino (che abita, nella sua culla di fiori, nel mio cuore) è sceso di nuovo e sempre tra noi e nel mondo, ecco, spinta dai sassetti bianchi che trovo e raccolgo per la via, m’accingo a scrivere la seconda puntata dell’articolo sul puparo che abbiamo lasciato, alla Vigilia, in preda alla furia all’andar via dei tanti collaboratori in grembiulino e proni ai suoi ordini imburrati d’odio al pepe nero. Mumble mumble, seduto sul suo trono color sangue, tutto assorto nel male che farà (e sarà molto), d’un tratto assume un’espressione allegra e ridacchiando si fa passare il centralino e chiede, al piano di sotto, dei collaboratori dalla tessera rossa, sì quelli lì che si danno arie di grande onestà e che fanno tanti corsi obbligatori di “deontologia professionale”.
Buahaha. Sì, sì, chiamatemi il Corriere delle Tenebre. Buahaha. Sentite, ora, dalla sua morta voce: “Che scriva, scriva la finta santa, la vera arpia un bell’articoletto per rimetter sulle braci i non vaccinati e restituirli all’amarezza e alla segregazione. Deve essere colpa loro, loro!”. Presto, presto e cotto e servito, ecco in prima pagina compare l’articoletto della giornalista Santarpia (servito il cognome in diavoliano, olè) nel quale si legge che in Germania, con il lockdown dei cattivissimi no vax il contagio scende. Di conseguenza, va da sé, prendiamo esempio dai nazi vax…
Lascio il puparo alle sue risate sceme. E chiedo alla giornalista: “Ma scusi tanto, lei intende il contagio di Omicron? Cioè di un piccolo raffreddore che se te lo prendi ti fa venire un poco di mal di testa ed etciù uno starnutello?” E vorrei anche dirle, con serenità, che in Italia i nov-ax – quelli che qualcuno vuol mettere sotto con la macchina, altri vorrebbero ridotti a poltiglia verde, altri ancora vattelapesca – sono in lockdown da un pezzo e che da un pezzo non posso prendere neppure un caffè al bancone del bar.
Insomma forse è la Germania che ha preso esempio da noi. E’ capitato già con Mussolini e Hitler. Il secondo era un fan del primo. Lo sapeva? Beh, di certo, al liceo avrà anche letto la Storia della Colonna infame, che racconta i processi infami, ingiusti, vergognosi e falsi a due presunti “untori”.
E tutti quanti i professori, quando studiavo io al liceo (lo scorso secolo e forse di più), a dire che mai e poi mai avremmo visto accadere queste sconcezze secentesche, mai e poi mai saremmo precipitati in quella barbarie simil-medievale. ahaha.
Dunque, i no vax sono chiusi in casa (e io con loro) eppure i contagi di Omicron volano. E allora, come la mettiamo? E sono tanti, tantissimi i buoni, i vaccinati, i responsabili, quelli che han fatto tutto per benino e che piacciono tanto al puparo e ai suoi collaboratori, e che finiscono (e per loro prego) con il tampone in mano (come un cerino) e pure positivo. Notizia di oggi, e davvero, chiedo venia, mi scappa da ridere: il Cardinale Bassetti, vaccinato con tre dosi, ammalatosi e guarito qualche mese orsono, convinto che il vaccino fosse il nuovo messia, è risultato, invece, positivo.
E si è messo in quarantena volontaria. Che esempio di coraggio e di carità! Ma a legger tra le righe ecco la Provvidenza che giunge a sbugiardar la menzogna. Ma, cara signora, la narrazione sua, del puparo e di tutti i collaboratori (canterini e non) ha del grottesco, sembra una farsa e fa acqua da tutte le parti.
Persino il puparo lo sa e la sua rabbia è tanta, la sento nell’aria, la fiuto da lontano. Peccato, però, che il green pass, cioè il grim path – il percorso oscuro – sia una cosa vera. Un sentiero di tenebra che è appena cominciato e che condurrà a nuove mostruose narrazioni le quali potranno raggiungere il risultato finale (la schiavitù di tutta l’umanità, la sudditanza degli uomini al puparo) proprio grazie alla prova generale di oggi, cioè la psicopandemia.
Sì, la psicopandemia è stata solamente un assaggio, una prova d’orchestra, il peggio seguirà. E tutto perché gli uomini, superbi e ognuno con il vizio suo ben piastrellato in fronte, non vogliono convertirsi, tornare al Signore che li chiama e che li ama. Guardano in alto e vedono soltanto la coltre, un poco sbrindellata, di Satana, che è rattoppata ogni giorno dai collaboratori del puparo i quali la tengono lassù con le stampelle delle mille parole, delle bugie, dei proclami, dei bollettini.
Una coltre ben oliata dai trenta denari, moltiplicati all’infinito dai potentati terrestri. E se li vedeste affannarsi, in grembiulino con ago e filo, sai che risate. Ahaha. Da dietro la coltre spuntano, invece, in volo radioso la dolce colomba dello Spirito Santo e la Verità…
La finisco qui, per ora, e chiudo la seconda puntata. Oggi è Santo Stefano, il protomartire che, dolcissimo, puro, pieno di Spirito Santo, vedeva oltre la coltre di Satana. La quale, anche allora, ai tempi di San Paolo (lui pure ipnotizzato, persecutore, aguzzino, collaboratore) ricopriva la terra, per mostrare agli uomini tutti ciò che vuole, pensa e desidera il malefico Signore del mondo. Dagli Atti degli Apostoli: “Nel sentirlo parlare, quelli del tribunale ebraico si infuriarono e si agitarono contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide lo splendore di Dio e Gesù che stava alla sua destra. Disse: ‘Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta in piedi alla destra di Dio”.
Saulo, poco dopo, caduto da cavallo perse la vista e la ritrovò, incontrando Gesù.
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A proposito dei “Responsa ad Dubia”
di Traditionis Custodes
Vos estis qui justificatis vos coram hominibus:
Deus autem novit corda vestra: quia quod hominibus altum est,
abominatio est ante Deum. Lc 16, 15
Nel leggere i Responsa ad Dubia pubblicati recentemente dalla Congregazione per il Culto Divino viene da chiedersi a quali infimi livelli sia potuta scendere la Curia Romana, per dover assecondare Bergoglio con tale servilismo, in una guerra crudele e spietata contro la parte più docile e fedele della Chiesa. Mai, negli ultimi decenni di gravissima crisi nella Chiesa, l’autorità ecclesiastica si è mostrata così determinata e severa: non l’ha fatto con i teologi eretici che infestano gli Atenei pontifici e i Seminari; non l’ha fatto con chierici e Prelati fornicatori; non l’ha fatto nel punire esemplarmente gli scandali di Vescovi e Cardinali. Ma contro i fedeli, i sacerdoti e i religiosi che chiedono solo di poter celebrare la Santa Messa tridentina, nessuna pietà, nessuna misericordia, nessuna inclusività. Fratelli tutti?
Mai come sotto questo “pontificato” è stato percepibile l’abuso di potere da parte dell’autorità, nemmeno quando duemila anni di lex orandi sono stati immolati da Paolo VI sull’altare del Vaticano II, imponendo alla Chiesa un rito tanto equivoco quanto ipocrita. Quell’imposizione, a cui corrispose la proibizione di celebrare nell’antico rito e la persecuzione dei dissenzienti, aveva almeno l’alibi dell’illusione che un cambiamento avrebbe forse risollevato le sorti del Cattolicesimo dinanzi a un mondo sempre più secolarizzato. Oggi, dopo cinquant’anni di disastri immani e quattordici anni di Summorum Pontificum, quella labile giustificazione non solo non è più valida, ma è sconfessata nella sua inconsistenza dall’evidenza dei fatti. Tutto ciò che il Concilio ha portato di nuovo si è rivelato dannoso, ha svuotato chiese, seminari e conventi, ha distrutto le vocazioni ecclesiastiche e religiose, ha prosciugato ogni slancio spirituale, culturale e civile dei Cattolici, ha umiliato la Chiesa di Cristo e l’ha confinata ai margini della società, rendendola patetica nel suo tentativo maldestro di piacere al mondo. E viceversa, da quando Benedetto XVI ha cercato di sanare quel vulnus riconoscendo pieni diritti alla liturgia tradizionale, le comunità legate alla Messa di San Pio V si sono moltiplicate, i seminari degli Istituti Ecclesia Dei sono cresciuti, le vocazioni aumentate, la frequenza dei fedeli incrementata, la vita spirituale di tanti giovani e di tante famiglie ha trovato uno slancio insperato.
Quale lezione si sarebbe dovuta trarre da questa “esperienza della Tradizione” invocata a suo tempo anche da mons. Marcel Lefebvre? Quella più evidente e allo stesso tempo più semplice: quello che Dio ha dato alla Chiesa è destinato al successo, e quello che vi aggiunge l’uomo crolla miseramente. Un’anima non accecata dal furore ideologico avrebbe ammesso l’errore compiuto, cercando di riparare ai danni e di ricostruire quello che era stato nel frattempo distrutto, di restaurare quanto era stato abbandonato. Ma questo richiede umiltà, uno sguardo soprannaturale e una fiducia nel provvidente intervento di Dio. Questo richiede anche la consapevolezza da parte dei Pastori di essere amministratori dei beni del Signore, e non padroni: essi non hanno il diritto né di alienarne i beni, né di nasconderli o di sostituirli con loro invenzioni; essi devono limitarsi a custodirli e a renderli disponibili ai fedeli, sine glossa, e con il pensiero costante di dover rispondere dinanzi a Dio per ogni pecorella e ogni agnello del Suo gregge. Ammonisce l’Apostolo: « Hic jam quæritur inter dispensatores, ut fidelis quis inveniatur» (I Cor 4, 2), «quanto si richiede negli amministratori è che siano fedeli».
I Responsa ad Dubia sono coerenti con Traditionis custodes, ed esplicitano l’indole eversiva di questo “pontificato”, in cui il potere supremo della Chiesa è usurpato per ottenere uno scopo diametralmente opposto a quello per il quale Nostro Signore ha costituito in autorità i Sacri Pastori e il Suo Vicario in terra. Un potere indocile e ribelle a Colui che lo ha istituito e che lo legittima, un potere che si crede fide solutus, per così dire, secondo un principio intrinsecamente rivoluzionario e quindi eretico. Non dimentichiamolo: la Rivoluzione rivendica a sé un potere che si giustifica per il solo fatto di essere rivoluzionario, eversivo, cospiratorio e antitetico al potere legittimo che intende abbattere; e che appena giunge a ricoprire ruoli istituzionali viene esercitato con autoritarismo tirannico, proprio perché non è ratificato né da Dio né dal popolo.
Mi sia permesso sottolineare un parallelo tra due situazioni apparentemente scollegate. Come in presenza della pandemia sono negate le cure efficaci, con l’imposizione di un “vaccino” inutile, anzi dannoso e perfino letale; così la Santa Messa tridentina, vera medicina dell’anima in un momento di gravissima pestilenza morale, viene negata colpevolmente ai fedeli, sostituendole il Novus Ordo. I medici del corpo vengono meno al proprio dovere, pur in presenza di terapie, e impongono tanto ai malati quanto ai sani un siero sperimentale, e si ostinano a somministrarlo nonostante l’evidenza della totale inefficacia e degli effetti avversi. Analogamente i sacerdoti, medici dell’anima, tradiscono il proprio mandato, pur in presenza di un farmaco infallibile testato per oltre duemila anni, e fanno di tutto per impedire che quanti ne hanno sperimentato l’efficacia possano usarlo per guarire dal peccato. Nel primo caso le difese immunitarie del corpo sono indebolite o annullate per creare dei malati cronici in balia delle case farmaceutiche; nel secondo caso le difese immunitarie dell’anima sono compromesse da una mentalità mondana e dalla cancellazione della dimensione soprannaturale e trascendente, in modo da lasciare le anime indifese dinanzi agli assalti del demonio. E questo valga come risposta a coloro che pretendono di affrontare la crisi religiosa senza considerare in parallelo la crisi sociale e politica, perché è proprio questa duplicità di attacco che lo rende così tremendo e che ne svela l’unica mente criminale.
Non voglio entrare nel merito dei deliri dei Responsa: basta conoscere la ratio legis per respingere Traditionis custodescome un documento ideologico e fazioso, redatto da persone vendicative e intolleranti, pieno di velleità e di grossolani errori canonici, con l’intenzione di proibire un rito canonizzato da duemila anni di Santi e Pontefici e imporne uno spurio, copiato dai luterani e raffazzonato dai modernisti, che in cinquant’anni ha causato un immane disastro al corpo ecclesiale e che, proprio per questa sua efficacia devastatrice, non deve conoscere deroga. Non c’è solo la colpa: c’è anche il dolo e il duplice tradimento del divino Legislatore e dei fedeli.
Vescovi, sacerdoti, religiosi e laici si trovano ancora una volta a dover compiere una scelta di campo: o con la Chiesa Cattolica e la sua dottrina bimillenaria e immutabile, o con la chiesa conciliare e bergogliana, con i suoi errori e i suoi riti secolarizzati. E questo avviene in una situazione paradossale in cui la Chiesa cattolica e la sua contraffazione coincidono nella medesima Gerarchia, alla quale i fedeli sentono di dover obbedire in quanto espressione dell’autorità di Dio e contemporaneamente di dover disobbedire in quanto traditrice e ribelle.
Certo, non è semplice disobbedire al tiranno: le sue reazioni sono spietate e crudeli; ma persecuzioni ben peggiori furono quelle che dovettero patire nel corso dei secoli i Cattolici che si trovarono a dover affrontare l’arianesimo, l’iconoclastia, l’eresia luterana, lo scisma anglicano, il puritanesimo di Cromwell, il laicismo massonico della Francia e del Messico, il comunismo sovietico, della Spagna, della Cambogia, della Cina… Quanti vescovi e sacerdoti martirizzati, imprigionati, esiliati. Quanti religiosi massacrati, quante chiese profanate, quanti altari distrutti. E tutto questo perché? Perché i Sacri Ministri non hanno voluto rinunziare al tesoro più prezioso che Nostro Signore ci ha donato: la Santa Messa. La Messa che Egli ha insegnato a celebrare agli Apostoli, che gli Apostoli hanno trasmesso ai loro Successori, che i Papi hanno custodito e restaurato e che da sempre è al centro dell’odio infernale dei nemici di Cristo e della Chiesa. Pensare che quella Santa Messa, per la quale i missionari inviati in terre protestanti o i sacerdoti prigionieri dei gulag rischiavano la propria vita, sia oggi proibita dalla Santa Sede è motivo di dolore e di scandalo, oltre che un’offesa ai Martiri che quella Messa hanno difeso fino all’ultimo respiro. Ma queste cose le può capire solo chi crede, chi ama, chi spera. Solo a chi vive di Dio.
Chi si limita ad esprimere riserve o critiche a Traditionis custodes e ai Responsa cade nel tranello dell’avversario, perché riconosce legittimità ad una legge illegittima e invalida, voluta e promulgata per umiliare la Chiesa e i suoi fedeli, per fare un dispetto ai “tradizionalisti” che osano nientemeno che avversare dottrine eterodosse condannate fino al Vaticano II, da esso fatte proprie e oggi assurte a cifra del pontificato bergogliano. Traditionis custodes e Responsavanno semplicemente ignorati, respinti al mittente. Vanno ignorati perché è chiara la volontà di punire i Cattolici rimasti fedeli, di disperderli, di farli scomparire.
Rimango sgomento dinanzi al servilismo di tanti Cardinali e Vescovi, che per compiacere Bergoglio calpestano i diritti di Dio e delle anime loro affidate e che si fanno un merito di mostrare la propria avversione per la Liturgia “preconciliare”, considerandosi meritevoli del pubblico encomio e dell’approvazione vaticana. A costoro sono rivolte le parole del Signore: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio» (Lc 16, 15).
La risposta coerente e coraggiosa dinanzi a un gesto tirannico dell’autorità ecclesiastica deve essere la resistenza e la disobbedienza a un ordine irricevibile. Rassegnarsi ad accettare questa ennesima sopraffazione significa aggiungere un altro precedente alla lunga serie di abusi sinora tollerati, e con la propria obbedienza servile rendersi responsabili del mantenimento di un potere fine a se stesso.
Occorre che i Vescovi, Successori degli Apostoli, esercitino la propria sacra autorità, nell’obbedienza e nella fedeltà al Capo del Corpo Mistico, per porre fine a questo colpo di stato ecclesiastico che si è consumato sotto i nostri occhi. Lo richiede l’onore del Papato, oggi esposto al discredito e all’umiliazione da colui che occupa il Soglio di Pietro. Lo richiede il bene delle anime, la cui salvezza è suprema lex della Chiesa. Lo richiede la gloria di Dio, rispetto alla quale nessun compromesso è tollerabile.
L’Arcivescovo polacco mons. Jan Paweł Lenga ha detto che è il momento di una controrivoluzione cattolica, se non vogliamo vedere la Chiesa sprofondare sotto le eresie e i vizi dei mercenari e dei traditori. La promessa del Non prævalebunt non esclude minimamente, anzi chiede e pretende una azione ferma e coraggiosa non solo da parte dei Vescovi e dei sacerdoti, ma anche dei laici, che mai come oggi sono trattati come sudditi, nonostante i fatui appelli alla actuosa participatio e al loro ruolo nella Chiesa. Prendiamone atto: il clericalismo ha raggiunto il proprio apice sotto il “pontificato” di chi ipocritamente non fa altro che stigmatizzarlo.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
https://www.marcotosatti.com/2021/12/28/traditionis-custodes-i-dubia-quanto-in-basso-puo-scendere-la-curia-di-bergoglio/
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Traditionis custodes y los dubia. ¿Puede caer más bajo la curia de Bergoglio?
29 Dicembre 2021 Pubblicato da Marco Tosatti Lascia il tuo commento
Marco Tosatti
Queridos amigos y enemigos de Stilum Curiae, recibimos y publicamos con gusto esta declaración del arzobispo Carlo Maria Viganò en relación con el motu proprio Traditionis Custodes y la “Dubia” a la que ha respondido la Congregación para el Culto Divino. Una buena lectura.
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A propósito de las respuestas a los dubia sobre Traditionis custodes
Vos estis qui justificatis vos coram hominibus :
Deus autem novit corda vestra :
quia quod hominibus altum est,
abominatio est ante Deum.
Lc 16, 15
Al leer la Respuesta a los dubia recientemente publicada por la Congregación para el Culto Divino, uno se pregunta si la Curia Romana podría caer más bajo para apoyar a Bergoglio con semejante servilismo en una guerra cruel y despiadada contra la parte más dócil y fiel de la Iglesia. En estos últimos años de gravísima crisis eclesiástica, nunca se habían mostrado tan determinadas y severas las autoridades de la Iglesia. No lo han hecho con los teólogos herejes que infestan los ateneos y seminarios pontificios; no lo han hecho con los clérigos y prelados fornicarios; como tampoco han aplicado castigos ejemplares en los casos de escándalos provocados por obispos y cardenales. Eso sí, contra los fieles, sacerdotes y religiosos que sólo piden que se pueda celebrar la Misa Tridentina, no hay piedad, piedad ni aceptación. ¿Fratelli tutti? ¿Todos hermanos?
Nunca han sido tan palpables como en este pontificado los abusos de poder por parte de las autoridades, ni siquiera cuando dos mil años de lex orandi fueron inmolados por Pablo VI sobre el altar del Concilio al imponer a la Iglesia un rito tan equívoco como hipócrita. Aquella imposición, que incluía la prohibición de celebrar según el rito antiguo y la persecución de los disidentes, tenía por lo menos la excusa ilusoria de que un cambio podría cambiar mejorar la suerte del catolicismo en un mundo cada vez más secularizado. Hoy, al cabo de cincuenta años de tremendos desastres y catorce de Summorum Pontificum, aquella endeble justificación no sólo ha perdido validez, sino que su incoherencia ha quedado en evidencia. Todas las novedades que introdujo el Concilio han demostrado ser perjudiciales, han vaciado iglesias, seminarios y conventos, han acabado con las vocaciones, han apagado todo impulso espiritual, cultural y civil en los católicos, han humillado a la Iglesia de Cristo y la han desterrado a los márgenes de la sociedad, haciendo que quede ridícula en sus torpes intentos de complacer al mundo. Y viceversa: desde que Benedicto intentó sanar esa herida reconociendo plenos derechos a la liturgia tradicional, las comunidades vinculadas a la Misa de San Pío V se han multiplicado, los seminarios de los institutos Ecclesia Dei se han extendido, las vocaciones e han incrementado, así como la asistencia de los fieles, y la vida espiritual de numerosos jóvenes y familias ha cobrado un impulso inesperado.
¿Qué enseñanzas se podrían extraer de esta experiencia de la Tradición que en su tiempo invocó también monseñor Lefebvre? La más evidente, que es también la más sencilla: lo que Dios ha dado a la Iglesia está destinado a triunfar, mientras que los añadidos humanos fracasan estrepitosamente. Un alma que no esté cegada por la furia ideológica reconocería el error que ha cometido y procuraría reparar los daños, reconstruir lo destruido y restablecer lo que había sido abandonado. Pero para eso hace falta humildad, mirada sobrenatural y confianza en la intervención providente de Dios. Y para eso también hace falta que los pastores sean conscientes de que son administradores, y no dueños, de los bienes del Señor: no tienen derecho a enajenar esos bienes, ocultarlos ni sustituirlos por inventos de su propia cosecha. Su deber es limitarse a custodiarlos y ponerlos a la disposición de los fieles, sine glossa, y teniendo siempre presente que habrán de dar cuenta a Dios de toda oveja y todo cordero de su grey. El Apóstol advierte: «Hic jam quæritur inter dispensatores, ut fidelis quis inveniatur» (I Cor. 4, 2): se exige a los administradores que sean fieles.
Las respuestas a los dubia son coherentes con Traditionis custodes y ponen de manifiesto la naturaleza subversiva de este pontificado, en el que se ha usurpado la autoridad suprema de la Iglesia con miras alcanzar un fin que es la antítesis de aquel por el que Nuestro Señor constituyó en autoridad a los sagrados pastores y a su Vicario en la Tierra. Una autoridad indócil y rebelde a Aquel que la instituyó y la legitima. Autoridad que se cree fide solutus, por así decirlo, con arreglo a un principio intrínsecamente revolucionario, y por lo tanto herético. No olvidemos que la Revolución se arroga una autoridad que justifica en el mero hecho de ser revolucionaria, subversivo, conspiradora y opuesta a la autoridad legítima a la que aspira a derrocar; ni tampoco que en cuanto alcanza el cargo institucional lo ejerce con un autoritarismo tiránico, precisamente porque le falta la aprobación de Dios y la del pueblo.
Permítaseme subrayar el paralelo entre dos situaciones que en apariencia no tienen nada que ver entre sí: así como en presencia de la pandemia niegan validez a los tratamientos eficaces imponiendo en su lugar una vacuna inútil, perjudicial e incluso mortal, también sucede así con la Misa Tridentina, verdadera medicina para el alma: en momentos de gravísima dolencia moral, se la niega culpablemente a los fieles, suplantándola por el Novus Ordo. Los médicos del cuerpo hacen dejación de funciones existiendo tratamientos, e imponen tanto a pacientes como a sanos un suero experimental, obstinándose en administrarlo pese a la evidencia de su total ineficacia y sus efectos adversos. Análogamente, los sacerdotes, médicos del alma, incumplen sus obligaciones cuando existe un remedio infalible probado a lo largo de más de dos mil años, y se desviven por impedir que cuantos han experimentado su eficacia puedan seguir sirviéndose de él para curarse de los pecados. En el primer caso, las defensas del organismo se debilitan o destruyen para crear enfermos crónicos a merced de de las empresas farmacéuticas; en el segundo, las defensas del alma quedan comprometidas por una mentalidad mundana y por la negación de la dimensión sobrenatural y trascendente, dejando el alma indefensa a las arremetidas el demonio. Valga esto como respuesta a quienes pretenden afrontar la crisis religiosa sin tener en cuenta paralelamente la crisis social y política, porque precisamente esta duplicidad lo hace tan terrible y trasluce que obedece a una misma mente criminal.
No quiero detenerme en analizar los delirios de las respuestas. Basta conocer la ratio legis para rechazar Traditionis custodes como un documento ideológico y partidista redactado por personas vengativas e intolerantes, lleno de veleidades y errores canónicos, con la intención de prohibir un rito canonizado por dos mil años de santos y pontífices a fin de imponer una falsificación copiada de los luteranos y amañado por los modernistas, que en cincuenta años han ocasionado una catástrofe tremenda al cuerpo de la Iglesia, y que precisamente por su potencia devastadora no puede admitir excepciones. No hay sólo culpa; hay también dolo y traición por partida doble: al divino Legislador y a los fieles.
Obispos, sacerdotes, religiosos y laicos se ven obligados una vez más a elegir bando: o están con la Iglesia Católica y su doctrina bimilenaria e inmutable, o con la conciliar y bergogliana, llena de errores ritos secularizados. Todo ello en medio de una situación paradójica en la que la Iglesia Católica y su falsificación coinciden en una misma jerarquía, a la cual los fieles se sienten en el deber de obedecer en tanto que expresión de la autoridad de Dios y al mismo tiempo en el de desobedecerla en tanto que traidora y rebelde.
Hay que reconocer que no es fácil desobedecer al tirano; tiene reacciones despiadadas y crueles. Pero mucho peores fueron las persecuciones que hubieron de padecer a lo largo de los siglos los católicos que se las vieron con el arrianismo, la iconoclastia, la herejía luterana, el cisma anglicano, el puritanismo de Cromwell, el laicismo masónico de Francia y de México, el comunismo soviético o el de España, Camboya, China… Cuántos obispos y sacerdotes martirizados, encarcelados y exiliados. Cuántos religiosos asesinados, cuántas iglesias profanadas, cuántos altares destruidos. ¿Y todo eso por qué? Porque los ministros sagrados no han querido renunciar al tesoro más valioso que nos ha confiado Nuestro Señor: la Santa Misa. La Misa que Él enseñó a celebrar a los Apóstoles, que éstos transmitieron a sus sucesores, que los papas han custodiado y restablecido y que siempre ha sido blanco del odio infernal de los enemigos de Cristo y de la Iglesia. Pensar que esta Santa Misa, por la que se jugaban la vida los misioneros enviados a países protestantes y los sacerdotes presos del gulag está hoy prohibida por la Santa Sede es causa de dolor y de escándalo, además de una ofensa a los mártires que defendieron esa Misa hasta su último suspiro. Pero estas cosas sólo las puede entender quien cree, quien ama y quien espera. Sólo quien vive de Dios.
Quien se limita a expresar reservas o críticas a Traditionis custodes y a las Respuestas cae en la trampa del adversario, porque reconoce legitimidad a una ley ilegítima y no válida, deseada y promulgada para humillar a la Iglesia y a sus fieles, para menospreciar a los tradicionalistas que tienen la osadía de nada menos que oponerse a doctrinas heterodoxas que estuvieron condenadas hasta el Concilio Vaticano II, que éste hizo suyas y hoy son sello distintivo del pontificado bergogliano. No hay que hacer caso de Traditionis custodes y las Respuestas; hay que devolverlas al remitente. Hacer como si no existieran, porque salta a la vista el deseo de castigar, dispersar y hacer desaparecer a los católicos que se han mantenido fieles.
Me duele el servilismo de tantos cardenales y obispos que para agradar a Bergoglio pisotean los derechos de Dios y de las almas que les han sido confiadas y que quieren hacer méritos alardeando de su aversión a la liturgia preconciliar, creyendo hacerse acreedores a los elogios del público y la aprobación del Vaticano. A ellos van dirigidas las palabras del Señor: «Vosotros pretendéis pasar por justos ante los hombres, pero
Dios conoce vuestros corazones; porque lo es para los hombres estimable es abominable ante Dios» (Lc.16,15).
La respuesta coherente y valerosa a un gesto tiránico de las autoridades eclesiásticas debe ser la resistencia y la desobediencia a una orden que es inadmisible. Resignarse a aceptar este enésimo abuso es añadir un precedente más a la ya larga serie de atropellos hasta ahora tolerados y con obediencia servil hacerse responsables de sostener una autoridad que es un fin en sí mismo.
Es necesario que los obispos, sucesores de los Apóstoles, ejerzan su sagrada autoridad en obediencia y fidelidad a la Cabeza del Cuerpo Místico para desbaratar el golpe de estado eclesiástico que se ha consumado ante nuestra vista. Lo exige el honor del Papado, hoy objeto de descrédito y humillación por parte del que ocupa el Solio de San Pedro. Lo exige el bien de las almas, cuya salvación es ley suprema de la Iglesia. Y lo exige la gloria de Dios, que no permite la menor transigencia.
El arzobispo polaco monseñor Jan Paweł Lenga ha afirmado que es el momento de llevar a cabo una contrarrevolución en la Iglesia católica si no queremos que la Iglesia se hunda bajo las herejías y los vicios de los mercenarios y los traidores. La promesa del Non prevalebunt, no prevalecerán, no excluye en lo más mínimo una acción firme y valiente, no sólo por parte de los sacerdotes y los obispos, sino también de los laicos, que hoy más que nunca son tratados como súbditos a pesar de los necios llamamientos a la actuosa participatio y la misión que deben cumplir en la Iglesia. Tomemos nota: el clericalismo ha llegado a cúspide misma bajo el pontificado que, hipócritamente, no hace otra cosa que despotricar contra él.
+Carlo Maria Viganò, arzobispo
https://www.marcotosatti.com/2021/12/29/traditionis-custodes-y-los-dubia-puede-caer-mas-bajo-la-curia-de-bergoglio/
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Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo due testi. Il primo è una Nota Praevia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, in relazione all’attacco ricevuto qualche giorno da dalla pediatra americana Gwineth Spaeder, di cui SC si è occupato a questo collegamento, e a questo collegamento. Il secondo è una risposta estremamente ricca e documentata del dott. M. Citro alla dottoressa Spaeder. Il testo è apparso su Church Militant. Buona lettura.
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NOTA PRAEVIA
I L 15 DICEMBRE SCORSO, nella sola sezione in lingua italiana del sito di Corrispondenza Romana, è stato pubblicato un articolo della pediatra Gwyneth A. Spaeder con il quale si sarebbero volute confutare le mie dichiarazioni sul “vaccino” per la Covid, contenute nella lettera che ho inviato ai Vescovi americani e alla Congregazione per la Dottrina della Fede il 23 Ottobre 2021. Credo che quanti hanno dimestichezza e assiduità con i miei scritti sappiano che non sono solito fare affermazioni azzardate, né prendere posizioni su temi controversi senza documentarmi approfonditamente: lo richiede la serietà di una critica imparziale e l’autorevolezza del mio ruolo di Arcivescovo, oltre che il rispetto per i miei interlocutori. Sia che io mi pronunci su questioni di stretta pertinenza dottrinale o morale, sia che affronti argomenti solo indirettamente legati alla Religione, credo di non essermi mai sottratto alla critica né a una sana discussione, proprio perché sono persuaso che la verità non sia proprietà di nessuno, ma che essa possa manifestarsi – e talora apparire ancora più evidente – grazie al confronto onesto con chi ha idee diverse. Ce lo insegna, a comprova della saggezza della Chiesa, la disputatio scolastica, significativamente scomparsa dopo il Concilio. Nel caso specifico della farsa psicopandemica e della campagna vaccinale per la Covid, ho avuto modo di informarmi, di interpellare medici e scienziati autorevoli, di leggere e di approfondire quegli aspetti che, comprensibilmente, non sono di immediata competenza di chi non è addentro alla materia. Una volta formatami un’idea in proposito, ho ritenuto mio dovere di Pastore e Successore degli Apostoli inviare una lettera ai miei Confratelli americani e alla CDF, nella quale evidenziavo le gravi criticità del siero genico sperimentale tanto sotto un profilo di efficacia e sicurezza, quanto di liceità morale. L’articolo della dott.ssa Spaeder non ha in alcun modo confutato le mie argomentazioni, limitandosi a ripetere lo script che BigPharma cortesemente fornisce ai suoi rivenditori, sul modello delle FAQs – Frequently Asked Questions – che ogni azienda mette a disposizione della clientela. Per questo motivo, considerando che la pretesa confutazione veniva da un medico, ho ritenuto opportuno farmi da parte, interpellando il dott. Massimo Citro Della Riva, valente medico e autore di pubblicazioni sulla pandemia, una delle quali, Apocalisse, è prossima ad essere data alle stampe. Sarà quindi il dott. Citro Della Riva a rispondere nel merito alla dott.ssa Spaeder, con le competenze e la cognizione di causa di chi è ovviamente più titolato di me nella disciplina. Tengo a precisare che lo scorso 21 Dicembre ho inoltrato la lettera del dott. Citro della Riva a Corrispondenza Romana, la quale ad oggi non ha provveduto a pubblicarla, come richiesto e dovuto. Ecco perché ho voluto condividerla con Church Militant, lasciando ai lettori di valutarne il contenuto e, alla luce di questo, le lacune e le inesattezze dell’articolo della dott.ssa Spaeder. Mi spiace – e lo dico con il rammarico di chi ha conosciuto il Direttore di Corrispondenza Romana in tempi in cui era apprezzato come autorevole intellettuale cattolico conservatore – che De Mattei si sia avventurato in un campo minato, prestandosi a dare sostegno mediatico alla narrazione pandemica e alla presunta efficacia, sicurezza, non pericolosità e liceità del siero genico. E mi spiace ancor più che, nel fare ciò, si sia affidato alla penna di Gwyneth A. Spaeder, una persona che non appare esattamente imparziale, anzi che presenta molteplici conflitti di interesse tanto per la propria formazione professionale quanto per i rapporti con la John Hopkins University e la IQVIA in cui lavora il marito Jeffrey Spaeder. Lascio all’indagine dei giornalisti di approfondire il ruolo del padre, George Weigel, famoso neo-con, biografo di Giovanni Paolo II e firmatario del PNAC, il Project for the New American Century, assieme – tra gli altri – a Dick Cheney, Donald Rumsfeld e a Jeb Bush. Mi pare che il coinvolgimento della dott.ssa Spaeder, quantomeno in relazione alle sue parentele, riveli una vicinanza ideologica con ambienti politici ben identificabili, con i quali non so come si rapporti il prof. De Mattei, la cui Fondazione Lepanto ha sede a Washington. Sarebbe il caso che il Direttore di Corrispondenza Romana e Presidente della Fondazione Lepanto, che più volte mi ha invitato a non occuparmi di questioni politiche e mediche, chiarisse la propria posizione e fosse il primo, in quanto Cattolico praticante, a dare l’esempio di trasparenza e di coerenza evitando strane contiguità. Ciò detto, lascio che sia il dott. Citro a confutare le argomentazioni della dott.ssa Spaeder.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
24 Dicembre 2021 Vigilia del Santissimo Natale
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Risposta alla Dr.ssa Spaeder.
Gent.ma Collega,
ho letto la Sua risposta alla lettera di Mons. Carlo M. Viganò, Arcivescovo. Sono anch’io un medico che ha trascorso più di un anno e mezzo curando gli infettati da SARS-CoV-2 e non mi ritrovo nelle Sue affermazioni, pertanto, per proseguire sul cammino di una reciproca critica costruttiva, mi sento d’intervenire.
Quando Mons. Viganò scrive di sieri genici non intende necessariamente alludere a un prodotto che si integra nel nostro genoma, ma a un RNA messaggero che è di suo una molecola genica, essendo un acido ribonucleico. Questi sieri non possono essere definiti vaccini, essendo il vaccino un patogeno o una sua parte, attenuato o inattivato, capace d’indurre immunità. Queste sono molecole sperimentali (già in uso in diverse patologie polmonari, oncologiche, nella mucoviscidosi e quant’altro, ma mai fino adesso sperimentate in caso d’infezione virale) che non inducono immunità ma producono la spike, che a sua volta dovrà indurre anticorpi. Spike che è la parte tossica e velenosa di questo virus e la più mutevole.
Ad ogni modo, la retrotrascrizione dell’RNA virale è anche possibile[1], come avviene con altri virus a RNA potendo scatenare patologie croniche nel lungo periodo.[2] La retrotrascrizione dell’mRNA vaccinale è per ora solo ipotetica, come lo è per il DNA dell’adenovirus vettoriale: è tuttavia plausibile per la presenza dei retrotrasposoni. Si sa per certo che la proteina N di SARS-CoV-2 si trascrive nel nostro DNA.[3] Gli mRNA vaccinali rimangono potenzialmente oncogeni per integrazione o per interferenza genica (epigenetica). Di recente si è scoperto che la spike si localizza nel nucleo e inibisce la riparazione del danno al DNA, impedendo l’immunità adattativa.[4] Quindi, non sarei così certo che l’mRNA vaccinale non possa retrotrascriversi nel nostro DNA.
Mi fa piacere che abbia ricordato che i vaccini hanno sempre una componente di rischio, pertanto andrebbero adoperati solo quando il beneficio supera il rischio. Non è il caso della CoViD-19, dove il beneficio è pressoché zero e i rischi sono elevati. Si tratta di un’infezione perfettamente curabile e con una letalità inferiore all’uno per cento, quindi non necessita vaccinazione. Inoltre, la mancanza di efficacia è sotto gli occhi di tutti: questi sieri non interrompono la trasmissione, non impediscono d’infettarsi, anzi il più delle volte l’infezione segue alla vaccinazione. Inoltre, i vaccinati sono contagiosi e continuano a infettare alimentando l’epidemia. Questi sieri inducono le varianti che, come Lei sa, sono mutazioni di fuga da vaccino. La scarsa efficacia di questi vaccini è evidente osservando la situazione in Israele, dove c’è un preoccupante aumento di ricoveri soprattutto fra i quaranta e cinquant’anni pienamente vaccinati.[5] Un’inchiesta negli ospedali di Israele ha documentato che quasi il 100% dei ricoverati sono vaccinati,[6] e già si pensa alla quarta dose nella nazione che per prima ha inoculato i suoi abitanti con la terza.[7] In Norvegia, dove la maggior parte della popolazione è vaccinata, un numero e una percentuale crescenti di ricoveri correlati a CoViD-19 si verificano fra i pazienti vaccinati e la vaccinazione non ha ridotto le probabilità di morte in ospedale.[8] Waterford è la contea irlandese col più alto tasso d’infezioni da SARS-CoV-2, pur avendo il 99,7% di vaccinati.[9] Gibilterra è il posto al mondo con maggiore percentuale di vaccinati (119%) e assenza di no-vax, eppure registra un continuo aumento esponenziale di infettati CoViD-19.[10] Gli anticorpi neutralizzanti dopo la vaccinazione sono inferiori a quelli dei controlli non infetti.[11] Nessuna differenza nelle cariche virali fra vaccinati e non vaccinati, e se i vaccinati vengono infettati dalla variante delta, possono essere fonte di trasmissione di SARS-CoV-2 ad altri.[12] Nel caso della variante delta, gli anticorpi neutralizzanti hanno una ridotta affinità per la proteina spike.[13] Nessuna differenza nella carica virale fra vaccinati e non vaccinati infettati dalla variante delta.[14] Scarsissima risposta ai vaccini in chi ha la variante delta.[15] In quasi settanta nazioni i casi di CoViD-19 aumentano nonostante le vaccinazioni.[16] Da noi in Italia, la popolazione si continua a infettare e gli ospedali sono pieni nonostante l’85% di vaccinati. Questi sieri si stanno rivelando del tutto inefficaci, oltre che inutili.
Si dice che i sieri aiutino a contrarre una forma più leggera d’infezione, ma voglio ricordare che questa infezione inizia sempre in forma leggera e che prima di evolvere (in un ristretto numero di casi) nella forma severa passano dei giorni durante i quali è perfettamente curabile. Basta curarla subito e bene e le persone guariscono. Nessuno dei miei pazienti trattati fin dall’inizio è mai andato in ospedale e le migliaia di medici italiani che curano subito i pazienti registrano meno dell’uno per cento di ospedalizzazione.[17] Lo stesso vale per Colleghi di altre nazioni europee con i quali sono in contatto.
Le terapie che Lei definisce alternative non sono affatto alternative e sono esistenti fin dalla prima SARS (Le voglio ricordare che quella attuale è la seconda SARS, che il virus è quasi identico al SARS-CoV-1 e così anche le manifestazioni cliniche), come potrà reperire in letteratura dal 2003 in avanti. Che l’idrossiclorochina (HCQ) possa inibire i coronavirus è in letteratura da dopo la SARS, non si può dire che non si sapesse. Nei SARS-CoV in genere, HCQ aumenta il pH endosomiale e interferisce con la glicosilazione terminale del recettore cellulare (ACE2).[18] La clorochina inibisce la replicazione dei SARS-CoV.[19] La HCQ è un efficace inibitore della replicazione dei SARS-CoV in vitro e in vivo: SARS-CoV-1 (replicazione virale ridotta del 99% dopo tre giorni), MERS-CoV, HCoV-229E, HCoV-OC43.[20] Nei topi la clorochina trasmessa al neonato lo protegge dal challenge letale dell’umano HCoV-OC43.[21]
La CoViD-19 si cura perfettamente, ma va trattata subito, senza perdere tempo, meglio se entro i primi due giorni. HCQ ha anche azione antivirale.[22] Idrossiclorochina (400 mg al giorno) e azitromicina (500 mg al giorno) per almeno cinque, fino anche a una decina di giorni.[23] In Cina, HCQ è risultata utile perfino nella polmonite da CoViD-19 e si raccomanda “d’includerla nelle prossime linee guida per il trattamento della polmonite da CoViD-19.[24]L’idrossiclorochina ha tutte le caratteristiche per confermarsi farmaco di elezione nella profilassi delle complicanze da coronavirus in fase precoce, e i derivati della china sono studiati dalla FDA statunitense come cura per la CoViD-19.[25] Il 37% dei 6.227 medici di 30 nazioni diverse che hanno rilasciato un voto internazionale considera la HCQ il più efficace trattamento per la CoViD-19.[26] Colyer e Hinthorn la definiscono “un trattamento di prima linea”, soprattutto se associata all’azitromicina.[27] Un gruppo di ricerca tedesco ha ideato e sperimentato con ottimi risultati l’idrossiclorochina in aerosol: invece dei 400 mg per via sistemica, il paziente riceve da due a quattro mg per inalazione, senza tossicità.[28]
L’ivermectina, da sola o in associazione è un antielmintico con attività antibatterica, antivirale e antitumorale, che agisce su flavivirus, HIV, Ebola e Zika,[29] blocca il virus a RNA della malattia respiratoria dei suini[30] e neutralizza SARS-CoV-2 in 48 ore in vitro.[31] Anche la quercitina è efficace nella prima fase di malattia[32] agendo come potente inibitore virale contro SARS-CoV-2, del quale blocca le proteasi 3CL (3-chymotrypsin-like), dette anche Mpro, essenziali nel ciclo di replicazione,[33] e questo è stato divulgato da un comunicato stampa dell’Istituto di Nanotecnologia del CNR,[34] del tutto ignorato dalle istituzioni sanitarie. La quercitina ha un’azione sinergica con la vitamina C nella prevenzione e terapia di SARS-CoV-2.[35] Anche il cortisone (desametasone e betametasone) agisce sulle stesse proteasi.[36] Altro inibitore della proteasi 3CL di SARS-CoV-2 è ebselen,[37] “un composto di selenio organico con proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e citoprotettive, studiato per il trattamento di disturbi bipolari e perdita dell’udito, a bassissima tossicità e con un forte potenziale clinico per il trattamento dei coronavirus”.[38] Una conferma dell’azione di ebselen contro SARS-CoV-2 giunge dal Politecnico di Milano,[39] con uno studio di conferma che ne descrive il meccanismo di azione.[40] Ebselen è un potente inibitore di SARS-CoV-2.[41] Ancora un inibitore di queste proteasi è la cinanserina: già nel 2005 la Commissione Europea attestava che era stata trovata la terapia per i SARS-CoV, poiché la cinanserina inibisce in modo significativo i coronavirus della SARS ed è un farmaco pronto all’uso per curare la SARS.[42] Si tratta di un documento ufficiale della Commissione Europea. Ricordiamo che la 3CL, o Mpro, è la principale proteasi presente nei coronavirus.[43] La forte inibizione della cinanserina sulla replicazione dei SARS-CoV è in letteratura: “Il legame della cinanserina e del suo cloridrato a 3CLpro espresso battericamente di SARS-CoV e del relativo coronavirus umano 229E (HCoV-229E) è stato dimostrato dalla tecnologia di risonanza del plasmone di superficie. È specifico per i coronavirus 3CL”[44] equeste proteasi sono presenti in SARS-CoV-2. “La progettazione e lo sviluppo di farmaci antivirali specifici ad azione diretta anti SARS-CoV-2 possono essere resi possibili prendendo di mira enzimi conservati come la proteasi 3C”.[45] La cinanserina inibisce SARS-CoV-2.[46] Uno screening virtuale ha confermato l’attività inibitoria di cinanserina e di ebselen sul substrato Mpro di SARS-CoV-2.[47]
Dato che le tromboembolie sono fra le peggiori complicanze, serve l’azione anticoagulante dell’eparina a basso peso molecolare (enoxaparina).[48] Inoltre, il dominio di legame della spike di SARS-CoV-2 interagisce con l’eparina.[49] Nel momento in cui si apre per incontrare gli ACE-2 (che sono elettronegativi), la spike assume una forte carica positiva che le permette l’aggancio.[50] L’eparina è una miscela di mucopolisaccaridi i cui gruppi N-solfati le conferiscono la più alta carica elettronegativa di quanta ne abbiano tutte le altre biomolecole conosciute, compresi i recettori ACE-2.[51] Quindi eparina e spike si attirano come una calamita sottraendo il virus ai nostri recettori. L’uso precoce di eparina riduce il rischio di evoluzione grave. L’idrossiclorochina esercita una sicura azione antitrombotica,[52] e lavora in sinergia con l’eparina a basso peso molecolare.[53] Soprattutto: le complicanze coagulative da coronavirus erano in letteratura fin dalla SARS e dalla MERS,[54] e sono state taciute. Perché non è stato subito divulgato a tutto il personale sanitario il grave pericolo delle tromboembolie e, anzi, è stato caparbiamente occultato? Avremmo evitato migliaia di morti. Per quanto riguarda il cortisone, si sa che è il farmaco di elezione per trattare la tempesta citochinica ed è confermato dalla pratica clinica e da una vasta letteratura.
Di supporto alla terapia ci sono il colecalciferolo (sempre associato al menachinone), l’acido ascorbico e lo zinco. Nel 2020 sono stati pubblicati 300 lavori sui benefici del colecalciferolo nella CoViD-19.[55] La D3 è importante nella prevenzione e terapia della CoViD-19,[56] può ridurre il rischio di questa infezione,[57] inibisce la risposta mediata da IL-17,[58] ha un ruolo nella tempesta citochinica e nella mortalità da CoViD-19.[59] La sua carenza aumenta i rischi d’infezione e aggrava la ARDS[60] e i pazienti CoViD-19 necessitano dosi più elevate di vitamina D3.[61] Protegge e previene la ARDS.[62] È raccomandata nei pazienti a rischio.[63]Aiuta a prevenire l’infezione da SARS-CoV-2, a inibire la tempesta citochinica sopprimendo NFkB, IL-6 e TNF, a prevenire la perdita di sensazione neurale stimolando le neurotrofine come NGF.[64] Rispetto ai non trattati, alte dosi di D3 riducono il fibrinogeno e negativizzano l’RNA virale.[65] La carenza di D3 aumenta la possibilità di contrarre la forma severa, con una più intensa risposta infiammatoria, aumento della morbilità e della mortalità.[66] Dosi elevate riducono la necessità di terapia intensiva e la gravità della CoViD-19.[67] La D3 riduce il rischio di questa infezione e di malattia severa: la sua integrazione è raccomandata.[68] La sua assunzione regolare è associata a una forma meno grave e a maggiore sopravvivenza degli anziani fragili.[69] In una lettera alla Comunità Medica si esorta il supplemento urgente di D3 nei pazienti ad alto rischio.[70] Da una ricerca su nove studi pubblicati, sette dimostrano che prognosi e mortalità da CoViD-19 sono correlate alla vitamina D3.[71] Uno studio su 99 pazienti CoViD-19 conferma il potenziale beneficio della vitamina D3 nella dose di 400.000 UI in pazienti CoViD-19 ospedalizzati.[72]
Migliorando la clearance mucociliare, lo zinco rimuove i patogeni dalle vie respiratorie,[73]inibisce l’enzima “RNA polimerasi RNA dipendente”[74] che replica i virus a RNA, riduce l’attività dei recettori ACE-2.[75] Bassi livelli di zinco sono associati al peggioramento dei malati CoViD-19.[76] Si raccomanda la supplementazione di zinco nei malati CoViD-19 e si conferma che aumenta la clearance mucociliare, rafforza l’integrità epiteliale, inibisce la replicazione virale, aumenta l’attività antivirale, attenua i rischi di iper-infiammazione, riduce il danno polmonare e il rischio d’infezioni secondarie.[77] Nella CoViD-19 anche lo zinco è efficace perfino come terapia, soprattutto se associato a idrossiclorochina e azitromicina.[78]Valida la combinazione idrossiclorochina-azitromicina-zinco.[79] La clorochina agisce da ionoforo dello zinco, facilitandone l’ingresso nella cellula.[80]
L’acido ascorbico è fra i più potenti antinfettivi e antivirali[81], confermato nella precedente SARS,[82] promuove la fagocitosi e protegge le barriere epiteliali.[83] Uno studio randomizzato in doppio cieco su ospedalizzati con infezioni respiratorie acute ha evidenziato che la vitamina C migliora il decorso.[84] La vitamina C è valida nella prevenzione e trattamento della CoViD-19 e riduce la mortalità.[85] Nella CoViD-19, in dosi di 2-8 g/die per os previene le infezioni respiratorie e 6-24 g/die in vena riduce la mortalità nelle gravi forme polmonari.[86] Malati ospedalizzati per CoViD-19 in Cina sono stati trattati con alte dosi (anche decine di grammi) in vena.[87] A Shanghai, decine di pazienti moderati e gravi curati con alte dosi di vitamina C endovena.[88] Vitamina C endovena in casi gravi di CoViD-19 con sepsi.[89] Alte dosi tempestive di vitamina C migliorano la polmonite CoViD-19.[90] Due gruppi di ricerca, a Shanghai e a Guangzhou, consigliano alte dosi di ascorbato endovena per il trattamento di ARDS, con altre terapie di supporto, fra cui vitamina D3 e zinco.[91] L’ascorbato endovenoso insieme a steroidi e vitamina D3 risolve la sepsi di pazienti critici.[92] La vitamina C previene le complicanze e riduce il fluido alveolare inibendo l’attivazione di neutrofili e riducendo il danno alveolare.[93]
Utile la prevenzione con la glicoproteina lattoferrina, antinfiammatoria e immunomodulante con azione antivirale ad ampio spettro, compresi i coronavirus e SARS-CoV-2, utile anche in terapia.[94] Inibisce l’ingresso di SARS-CoV-2 nelle cellule bloccando l’eparansolfato, co-recettore degli ACE-2. Questa glicoproteina ripristina l’omeostasi del ferro e riduce lo stress ossidativo e l’infiammazione.[95]
Mons. Viganò ha perfettamente ragione quando scrive che questi farmaci sono stati sistematicamente boicottati dall’OMS e dalle agenzie regolatorie. Io aggiungo: perseguitati. Basti pensare all’idrossiclorochina. Due studi del tutto inventati pubblicati su The Lancet e su The New England Journal of Medicine pretendevano di passare questo farmaco come tossico:[96] sono stati scoperti e ritirati, ma sono serviti a far ritirare la HCQ in quasi tutto il mondo. Boicottaggio evidente! Tutti gli studi avversi alla HCQ sono finanziati dall’industria farmaceutica o da agenzie collegate al signor William Henry Gates III o hanno conflitti d’interessi, dunque credibilità zero. A cominciare dai tre che sostenevano che la cardiotossicità di HCQ (di solito stimata inferiore all’1%) fosse del 10%,[97] del 19%,[98] fino al 33%.[99] Tutti privi di valore e l’elenco sarebbe lunghissimo.
L’efficacia del plasma iperimmune è nota fin dalla prima SARS,[100] e lo è anche in questa seconda.[101] Ma forse il plasma era scomodo per qualcuno che aveva più interesse a dare spazio ai monoclonali… Pertanto, dottoressa Spaeder, non dica che non ci sono le cure, poiché in questo modo ci si rende co-responsabili di milioni di morti che non sono stati curati proprio perché, pur essendoci, le cure sono state negate. Questa pandemia è una vera strage, un secondo olocausto.
Chiediamoci per quale motivo non sono stati allestiti vaccini tradizionali con il SARS-CoV-2 attenuato. E perché si è mirato sulla spike e non sulle proteasi M e N, che non sono tossiche e non mutano (per cui non avremmo avuto le varianti da vaccino)? Se lo chiedono anche altri autori.[102] Invece, con questi sieri che producono trilioni di spike abbiamo ottenuto effetti pericolosi e mortali e continue varianti che protraggono l’epidemia. Glieli ricordo. Oltre al ben noto alto rischio di ADE,[103] e di autoimmunità,[104] la spike può comportarsi come un prione,[105] quindi è neurotossica,[106] è cardiotossica,[107] e soprattutto è lesiva per gli endoteli provocando endoteliti con ipercoagulazione e tromboembolie.[108] Le ricordo che è stato dimostrato che è sufficiente la spike, avulsa dal virus, proprio come quella prodotta da questi sieri, per nuocere all’organismo e produrre danni ai polmoni, alle arterie e agli endoteli in genere.[109] Addirittura è sufficiente la sola subunità S1 della spike.[110] Questi due studi dimostrano che, rimossa la capacità replicante del virus, le cellule vengono danneggiate dalla spike, solo ed esclusivamente dalla spike. Ed è proprio questa che viene prodotta dal corpo dei vaccinati. Un altro studio conferma che la subunità S1 della spike aumenta significativamente le citochine pro-infiammatorie (αTNF, IL6, IL1β, IL8) attraverso l’attivazione degli inflammasomi NFkB, p38 MAPK e NLRP3 e conferma che il pretrattamento con cortisone riduce il rilascio di citochine.[111]
Quindi, Mons. Viganò ha perfettamente ragione nel ricordare la pericolosità e la mortalità di questi sieri. Lo dice la letteratura medico-scientifica e non solo i siti da Lei citati e da Lei definiti “propaganda anti-vaccinista”. Guardi i dati europei riportati da EudraVigilance, che non si può certo definire no-vax.[112] Quello che invece ormai in tanti vediamo è la propaganda vaccinista, sostenuta e diretta da gruppi finanziari sovranazionali che hanno ben altri scopi che la salute della popolazione, propaganda fondata solo su studi privi di valore poiché collusi con l’industria.
Valga, fra tanti, l’esempio del primo studio sul vaccino Pfizer che pretenderebbe di attribuire a questo siero un’efficacia del 95% e l’assenza di tossicità, che è finanziato da Pfizer e da BioNTech.[113] Lo stesso vale per lo studio recente sulla vaccinazione per i bambini da 5 a 11 anni, definita sicura ed efficace, finanziato da Pfizer e da BioNTech.[114] Valore scientifico zero. O quello di Moderna, finanziato da Moderna, NIAID e da industrie farmaceutiche.[115]
Tutto questo non è scienza, è truffa, crimine.
In chiusura, vorrei ricordarLe, stimatissima Collega, che noi siamo medici e abbiamo il dovere di proteggere i nostri pazienti, di lavorare per il loro bene, non per il bene di chi fa i propri interessi, contrari alla Medicina e alla vita della popolazione. Dobbiamo ragionare con la nostra testa e non ripetere come dei robot gli slogan antiscientifici del mainstream e del Sistema oligarchico che sta governando illegittimamente il pianeta. Abbiamo giurato su Asklepios, non sulle multinazionali. Ringrazio l’Arcivescovo Viganò per il prezioso apporto nella ricerca della verità, quello che noi scienziati dovremmo fare sempre. Evidentemente, l’Arcivescovo è più scienziato di noi…
Massimo Citro Della Riva, M.D.
[1] Zhang L et al, SARS-CoV-2 RNA reverse-transcribed and integrated into the human genome. https://doi.org/10.1101/2020.12.12.422516.
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[3] Zhang L et al, cit. PNAS. 2021.
[4]. Jiang H et al, SARS–CoV–2 Spike Impairs DNA Damage Repair and Inhibits V(D)J Recombination In Vitro. Viruses. 2021; 13(10):2056.
[5] https://www.adhocnews.it/israele-preoccupante-aumento-dei-ricoveri-tra-i-pienamente-vaccinati/
[6] https://visionetv.it/dea-in-israele-quasi-tutti-i-ricoverati-erano-stati-vaccinati/
[7] https://www.iltempo.it/attualita/2021/09/06/news/quarta-dose-vaccino-israele-calo-anticorpi-pandemia-calo-efficacia-vaccini-dati-numeri-28567896/
[8] Whittaker R et al, Patient trajectories among hospitalised COVID-19 patients vaccinated with an mRNA vaccine in Norway: a register-based cohort study. https://doi.org/10.1101/2021.11.05.21265958
[9] https://www.irishtimes.com/news/health/waterford-city-district-has-state-s-highest-rate-of-covid-19-infections-1.4707344
[10] https://www.secondopianonews.it/attualita/2021/11/22/gibilterra-centro-piu-vaccinato-al-mondo-annulla-il-natale-troppi-contagi.html
[11] Chau N et al, Transmission of SARS-CoV-2 Delta Variant Among Vaccinated Healthcare Workers, Vietnam. Preprint on The Lancet, 2021, oct. 11.
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[17] https://www.bing.com/videos/search?q=testimonanzie+medici+cure+domiciliari+precoci+grimaldi+covid&&view=detail&mid=1157CE3EEF5FED45E9691157CE3EEF5FE
[18] Anirudhan V et al, Targeting SARS-CoV-2 viral proteases as a therapeutic strategy to treat COVID-19. J med Virol. 2021; 93(5):2722-34.
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[112] https://www.vocidallastrada.org/2021/10/eudravigilance-27247-morti-2563768.html
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https://www.marcotosatti.com/2021/12/28/dott-citro-vigano-ha-ragione-spaeder-torto-questa-non-e-scienza-e-truffa/
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El asombro de Monseñor Ics cuando el papa Bergoglio habla de denatalidad…
27 Dicembre 2021 Pubblicato da Marco Tosatti Lascia il tuo commento.
Marco Tosatti
Queridos amigos y enemigos de Stilum Curiae, el Pontífice reinante habló hoy en el Ángelus (con un labio extrañamente hinchado, no sabemos por qué) de la familia, de los hijos, de la denatalidad. Y logró sorprender a Monseñor Ics. Veamos por qué. Disfruten de su lectura.
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Estimado Tosatti, como usted puede leer a continuación, Bergoglio no deja de sorprendernos.
En el Ángelus de hoy invitó a las familias a derrotar el invierno demográfico, instándolas a tener más hijos y definiendo la falta de éstos como una tragedia. Pero no sólo eso, sino que llegó a decir que el invierno demográfico está en contra de nuestras familias y de nuestra Patria. Oh, vaya.
Es curioso, porque cuando debutó como Pontífice invitó a las familias a no ser como los conejos que tienen demasiados hijos, provocando con ello la indignación de todo el mundo católico, que considera a los niños un don de Dios, y en particular haciendo entrar en cólera a aquellos movimientos (como los Neocatecumenales), que en cambio invitan a tener muchos hijos. Nunca hubiera pensado que un globalista, multiculturalista y ecumenista como Bergoglio hablara de la Patria como lo hace un soberanista (ahora llamado populista). Pero esto no termina aquí.
Prosegue dicendo che invece di dialogare, spesso ci isoliamo con il telefonino, ignorando il prossimo…
Continúa diciendo que en lugar de dialogar, a menudo nos aislamos con nuestros teléfonos móviles, ignorando a los demás…
Pero es él quien da el mal ejemplo de aislarse con su teléfono móvil, precisamente durante las audiencias públicas. La primera vez fue el 11 de agosto de 2021 durante la audiencia general (se aisló hablando por su teléfono móvil durante varios minutos), la segunda vez fue el 23 de diciembre durante la ceremonia de la audiencia general en el Aula Pablo VI.
El gato está en la cuna. En cuanto al invierno demográfico: -¿Le han ordenado (por fin) que promueva los nacimientos en Italia, si no, no nos darán parte de los fondos del Plan de Recuperación? En cuanto a los teléfonos móviles: – ¿Está espiando a TIM o al fondo KKR que querría comprarla y acelerar el 5G?
Puedo creer cualquier cosa, excepto que cree en la familia (después de Amoris Laetitia) y en los niños (después de Laudato SI y Fratelli Tutti). Me puedo creer cualquier cosa, menos que quiera conseguir que los padres vuelvan a cuidar de sus hijos quitándoles el teléfono móvil (después de los dos malos ejemplos que él mismo dio). El hijo adolescente de un colega mío, después de haber visto a Bergoglio en la televisión haciendo una llamada telefónica, interrumpiendo la audiencia del 23 de diciembre, le dijo a su padre, que le regañaba por estar demasiado tiempo con el móvil: “Escucha, papá, ya desobedeciste al Papa al pretender ir a la Misa tridentina, ¿ahora pretendes que le desobedezca también yo, no usando el móvil cuando quiero, como hace él?”.
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Papa Bergoglio a las familias: “Derrotemos al invierno demográfico”
En el Ángelus, el Pontífice insta a los italianos a tener más hijos. Y define la falta de hijos como “una tragedia”.
26 de DICIEMBRE 2021. –LA REPUBBLICA
Publicado originalmente en italiano el 26 de diciembre de 2021, en https://www.marcotosatti.com/2021/12/26/lo-stupore-di-mons-ics-quando-papa-bergoglio-parla-di-denatalita/
Traducción al español por: José Arturo Quarracino
https://www.marcotosatti.com/2021/12/27/el-asombro-de-monsenor-ics-cuando-el-papa-bergoglio-habla-de-denatalidad/
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