cattolici credono nella predestinazione
i cattolici credono nella predestinazione e questo è un dogma della fede cattolica che i salvati, gli eletti, sono predestinati da Dio alla salvezza”,
e questo “Emerge chiaramente:
dalla Scrittura,
dalla Tradizione e
dall’insegnamento costante della Chiesa”.
Di fatto, la predestinazione è un’idea cattolica, e una parola cattolica.
Ho tutta l’intenzione di reclamare ciò che è nostro.
La Scrittura esprime molto chiaramente l’idea che quelli che vengono salvati:
sono “chiamati” (Romani 8, 28),
che Dio “ci ha eletti prima della creazione del mondo” (Efesini 1,4)
e che gli eredi di Cristo erediteranno il regno preparato per loro “fin dalla fondazione del mondo” (Matteo 25,34).
È quindi un dogma di fede che Dio, per eterna risoluzione della sua volontà, abbia predestinato certi uomini alla beatitudine eterna.
Sappiamo che siamo salvati solo mediante il dono della grazia di Dio.
Sappiamo che Dio conosce da sempre chi verrà salvato e chi no.
Cosa significa? Che Dio dona la sua grazia solo ad alcuni e non ad altri?
Che sceglie semplicemente a caso chi verrà salvato?
Per dirla senza mezzi termini, se Dio predestina alcune persone per il Paradiso, non significa forse che predestina anche alcuni per l’Inferno?
Su questo punto la Chiesa è ferma:
“Dio non predestina nessuno ad andare all’inferno; questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine”
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1037). È un sollievo sentirlo!
La Chiesa afferma anche che Dio offre a tutti una grazia sufficiente – ovvero la grazia sufficiente per volgersi a Lui e allontanarsi dal peccato.
In altri termini, Dio offre a tutti la possibilità di salvarsi.
Sant’Agostino: “Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te” .
Dio è buono, e Dio è giusto.
Può salvare una persona senza opere buone, perché Egli è buono, ma non può condannare nessuno senza opere malvagie, perché Egli è giusto (Contro Giuliano).
La sua misericordia ci precede in tutto, ma assentire o dissentire dalla chiamata di Dio è una questione di volontà (Lo Spirito e la lettera 34,60)
Predestinazione Nella teologia cattolica,
«il piano secondo cui Dio ordina la creatura razionale al conseguimento della vita eterna» (s. Tommaso).
Nessuno è escluso dalla beatitudine eterna senza sua colpa, poiché Dio ha predestinato tutti gli uomini a essere conformi al proprio Figlio che si è fatto uomo.
Domanda: "Che cos’è la predestinazione? La predestinazione è biblica?"
Risposta: Romani 8:29-30 ci dice:
“Perché quelli che ha preconosciuti,
li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo,
affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli;
e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati (consacrati);
e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati (dichiarati giusti);
e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati”.
…........... quindi siamo stati: trasfigurati, cristificati, effusionati: “nati di nuovo” adottati, intronizzati, divinizzati, santificati,
…........... resi eredi, sacerdoti, re e profeti,
…........... immortali, invulnerabili e invincibili.
Efesini 1:5 e 11 dichiara: “[Egli ci ha] predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà […].
In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà”.
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Molte persone nutrono una forte ostilità verso la dottrina della predestinazione.
Tuttavia, la predestinazione è una dottrina biblica.
La chiave sta nel comprendere che cosa significa il concetto di predestinazione, biblicamente.
Le parole tradotte “predestinati” nelle Scritture summenzionate derivano dal termine greco: “proorizo”, che reca il significato di “determinare in anticipo”, “ordinare”, “decidere in anticipo”.
Perciò, la predestinazione ha a che fare con Dio che ha determinato in anticipo che accadessero certe cose.
Di quali cose si tratta?
Secondo Romani 8:29-30,
Dio ha predeterminato che certi individui fossero conformati all’immagine del Suo Figlio,
fossero:
chiamati, giustificati e glorificati.
In sostanza, Dio ha predeterminato che certi individui fossero salvati.
Numerose Scritture fanno riferimento al fatto che i credenti in Cristo sono stati scelti:
Matteo 24:22,31;
Marco 13:20,27;
Romani 8:33; 9:11; 11:5-7, 28;
Efesini 1:11;
Colossesi 3:12;
1 Tessalonicesi 1:4;
1 Timoteo 5:21;
2 Timoteo 2:10;
Tito 1:1;
1 Pietro 1:1-2; 2:9;
2 Pietro 1:10
La predestinazione è la dottrina biblica secondo cui Dio, nella Sua sovranità, sceglie che certi individui siano salvati. L’obiezione più comune mossa alla dottrina della predestinazione è che sia ingiusta. Perché Dio sceglierebbe certi individui e non altri?
La cosa importate da ricordare è che nessuno merita di essere salvato.
Tutti abbiamo peccato (Romani 3:23)
e meritiamo il castigo eterno (Romani 6:23).
Ne risulta che Dio sarebbe perfettamente giusto nel permettere che tutti trascorriamo l’eternità all’inferno.
Tuttavia, Dio ha scelto di salvare alcuni di noi. Egli non è stato ingiusto verso quelli che non ha scelti perché costoro riceveranno quello che meritano.
Scegliendo di far grazia ad alcuni, Dio non è ingiusto verso gli altri. Nessuno merita nulla da Dio — quindi nessuno può obiettare se non riceve nulla da Lui.
Un esempio potrebbe essere quello di dare dei soldi a 5 persone in un gruppo di 20. Le 15 che non hanno ricevuto niente dovrebbero arrabbiarsi?
Probabilmente lo faranno. Hanno il diritto di farlo? No. Perché? Perché io non dovevo soldi a nessuno. Ho deciso semplicemente di essere buono con alcuni di loro.
Un esempio potrebbe essere quello della parabola dei lavoratori della vigna è una parabola di Gesù che si trova solamente nel Vangelo secondo Matteo 20,1-16. Potrebbe essere chiamata anche: ... parabola degli operai dell'undicesima ora perché l'accento è posto su quelli che per ultimi sono chiamati ad andare a lavorare nella vigna.
Parabola degli operai mandati nella vigna (Mt.20,1-16)
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».
Se Dio ha scelto chi sarà salvato, questo non mina il nostro libero arbitrio per scegliere di credere in Cristo?
La Bibbia dice che noi abbiamo la scelta del libero arbitrio: tutto quello che dobbiamo fare è credere in Gesù Cristo e saremo salvati
Giovanni 3:16;
Romani 10:9-10
la Bibbia non dice mai che Dio rifiuterà chi che crede in Lui, né respingerà chi Lo sta cercando
Deuteronomio 4:29.
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In qualche modo, nel mistero di Dio, la predestinazione opera mano nella mano con una persona che viene attirata da Dio:
Giovanni 6:44
e crede per la salvezza
Romani 1:16
Dio predestina chi sarà salvato, e noi dobbiamo scegliere Cristo per essere salvati. Entrambi i fatti sono egualmente veri.
Romani 11:33 proclama:
“Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!”
la predestinazione NON è il fato
Una dottrina ERRATA della predestinazione nella sua generalità, è una dottrina molto antica e la compiuta formulazione nel mondo antico è stata data dagli Stoici.
Già i tragici greci prevedevano che gli uomini fossero soggetti a un fato scritto dagli dèi.
Anche nella filosofia corrispondevano dottrine NON CRISTIANE della predestinazione, per esempio implicita in Parmenide e Senofane.
In particolare gli Stoici teorizzavano il fato come il destino ineluttabile scritto dagli dèi o meglio dal logos. Il logos per il panteismo stoico è la ragione divina del cosmo nella sua globalità, concernente anche ogni singolo uomo.
OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Nel Cristianesimo Paolo di Tarso ha fatto dell'idea di predestinazione un punto di forza del suo pensiero e, al suo seguito, anche teologi come Agostino di Ippona, Giovanni Calvino, e Karl Barth hanno costruito la loro dottrina poggiando sulla stessa idea.
D'altra parte le posizioni teologiche di questi autori hanno suscitato un buon numero di controversie lungo la storia: Pelagio nella chiesa antica e John Wesley nel XVIII secolo possono rappresentare due esempi di teologi che non davano spazio alcuno a questa categoria.
La differenza di convinzioni su questa dottrina è continuata fino al presente.
Si può in genere affermare che la dottrina della predestinazione comporta un aspetto più ampio ed uno più ristretto.
L'ASPETTO AMPIO si riferisce al fatto che il Dio trino abbia preordinato tutto ciò che deve accadere
Efesini 1:11;
cfr. Salmo 2
Dall'eternità Dio ha sovranamente determinato tutto ciò che accade nella storia.
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L'ASPETTO O USO PIÙ STRETTO del termine,
è che Dio abbia scelto dall'eternità un numero determinato di persone destinandole ad essere in eterna comunione con Lui, accordando loro la grazia.
Da questa idea alcuni concludono che Dio ha anche determinato che il resto dell'umanità, i "non scelti", vada per la sua strada, cioè segua la via del peccato fino alle sue estreme e giuste conseguenze (la punizione eterna).
Essi intendono la dottrina della predestinazione come "doppia predestinazione".
Altri invece, pur accettando l'idea che Dio scelga alcuni destinandoli alla salvezza, respingono decisamente l'idea di un decreto di riprovazione
Romani 9:16-19
e di una "doppia predestinazione".
Essi pensano che Dio dia a tutti gli uomini la grazia necessaria per la salvezza, collegano la riprovazione alla libertà dell'uomo, e tendono anche a vedere la grazia della predestinazione di alcuni in funzione della salvezza di altri.
Punto focale delle discussioni su questo tema è come si rapportino la volontà di Dio e la finalità del suo disegno con la libertà dell'uomo, il quale, a dire della Scrittura, è chiamato alla salvezza secondo due dimensioni: personale e collettiva (collettiva=facendo parte di un popolo e di una famiglia umana).
Il termine predestinazione nella Bibbia
Nella Bibbia esistono diversi termini che esprimono ciò che nella nostra lingua chiamiamo predestinazione.
Nell'Antico Testamento un certo numero di termini fanno riferimento ai progetti e propositi di Dio: ay-tsaw', consiglio, proposito, come in
Geremia 49:20; 50:45,
Michea 4:12.
yâ'ats, deliberazione, risoluzione, proposito, come in:
Isaia 14:24;26-27; 19:12; 23:9
? bâchar, scegliere, come in:
Numeri 16:5-7;
Deuteronomio 4:37; 10:15;
Isaia 41:8;
Ezechiele 20:5.
Nel Nuovo Testamento i termini col significato di "predestinare" sono ancora di più:
prooriz "predestinare",
in Romani 8:29,30;
Efesini 1:5-11.
eklektos, "eletti", in
Matteo 24:22ss;
Romani 8:33;
Colossesi 3:12.
aihreomai, "scegliere" in
2 Tessalonicesi 2:13.
eklegomai in
1 Corinzi 1:27ss,
Efesini 1:4.
La dottrina non dipende, però, solo dall'uso di alcune parole, perché, quando si studia la Bibbia nel suo complesso, si nota che la dottrina della predestinazione ha una certa importanza in entrambi i Testamenti.
PRESUPPOSTI:
Per comprendere la dottrina della predestinazione, è necessario avere ben chiari i presupposti biblici sulla quale si fonda. Pure gli avversari di questa dottrina basano le loro persuasioni su determinati presupposti.
La questione, quindi, è come i primi possano conciliarsi con i secondi.
È pertanto in questione il valore che diamo alla Bibbia e in che modo la interpretiamo.
LA CONCEZIONE BIBLICA DI DIO
Presupposto fondamentale della dottrina della predestinazione è la concezione biblica di Dio.
Egli è l'eterno, Colui che si pone al di sopra ed al di là del tempo e dello spazio.
Non c'è infatti mai stato un tempo in cui non esistesse. Dio, così, non è soggetto al mutare del tempo e dello spazio
Malachia 3:6;
Romani 1:20,21;
Deuteronomio 33:27;
Isaia 57:15.
Iddio, inoltre, è sovrano su ogni cosa come il Creatore, Sostenitore e Dominatore dell'universo.
"Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno:
il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione.
Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli:
«Che fai?»"
Daniele 4:34,35;
cfr. Isaia 45:1ss;
Romani 9:17ss;
Efesini 1:11
Iddio, poi, è sovranamente giusto, tanto che tutto ciò che Egli fa è conforme alla perfezione della Sua natura:
Geremia 23:6; 33;16;
Romani 1:17; 10:3;
2 Pietro 1:1
Nell'eternità Egli ha sovranamente stabilito i Suoi propositi e progetti, cosa che è ben al di là di quanto noi si possa pensare, concepire o comprendere.
La creatura umana, quindi, può conoscere i piani di Dio solo in quanto Egli glieli riveli
Geremia 23:18;
Deuteronomio 29:29;
Salmo 33:11;
Isaia 46:10; 55:7SS;
Ebrei 6:17
Iddio ha rivelato i Suoi progetti e propositi all'umanità nella misura loro necessaria,
attraverso i profeti dell'Antico Testamento,
attraverso gli scrittori apostolici del Nuovo Testamento,
ma soprattutto attraverso Suo Figlio Gesù Cristo, al quale sia profeti che apostoli rendono testimonianza.
Era per divina rivelazione che i profeti potevano indicare la venuta del Redentore
Genesi 3:15;
Deuteronomio 18:15;
Isaia 53;
Malachia 4:2;
Ebrei 1:1ss,
ed erano gli apostoli che potevano rendergli testimonianza e spiegare il significato della Sua vita, morte, risurrezione ed Ascensione
Atti 2:22ss;
Giovanni 20:30ss
Gli esseri umani, quindi, sono limitati nella loro comprensione dei propositi di Dio come sono stati loro rivelati, ed il loro significato ultimo, propositi e piani, devono rimanere un mistero.
Inoltre, a causa dell'infinità di Dio, la Sua eternità, essere immutevole e verità, l'essere umano semplicemente non lo può completamente intendere, anche quando egli ne riceve rivelazione piena e completa.
Questo vuol dire che il rapporto di Dio con lo spazio e con il tempo non può essere compreso da esseri spazio-temporali come noi, perché essi nemmeno comprendono il significato di eternità
cfr.
Isaia 26:12ss;
Daniele 4:24ss;
Atti 2:22ss
È necessario, perciò, quando si studia la dottrina biblica, tenere bene a mente questo mistero ultimo dell'essere di Dio.
Sovranità di Dio e libertà umana
A questo punto sorge la questione di come possa conciliarsi l'assoluta sovranità di Dio con la possibilità della libertà e responsabilità individuale dell'essere umano.
La Bibbia, però, afferma sia la sovranità di Dio che la libertà umana.
Le osservazioni del patriarca Giuseppe ai Suoi fratelli
Genesi 45:4ss
e l'affermazione dell'apostolo Pietro sulla crocifissione di Cristo
Atti 2:23 "… quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste",
mettono in luce proprio questa duplice realtà.
La creatura, nell'eseguire i piani di Dio, anche non intenzionalmente, lo fa in modo libero e responsabile.
Coloro che rifiutano d'accettare l'insegnamento biblico sulla predestinazione devono fornirne, se possono, qualche altra spiegazione.
Alcuni cristiani tentano di conciliare la sovranità di Dio con l'indipendenza umana, ma hanno difficoltà nello spiegare le affermazioni della Bibbia come pure la loro fede nell'opera salvifica di Dio in Gesù Cristo.
I non-cristiani hanno due scelte:
1. Possono affermare l'esistenza ultima del destino, che distrugge ogni possibilità di responsabilità umana (perché non ci sarebbe alcuno verso cui siano responsabili), il pensiero logico e quindi la conoscenza scientifica.
2. L'altra alternativa è quella di un completo determinismo che comporta un risultato simile, perché non si tratterebbe altro che del "caso".
Sebbene il punto di vista biblico non possa essere pienamente razionalizzato secondo le nostre leggi spazio-temporali, esso è il solo che renda possibile sia responsabilità che libertà.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Sovranità di Dio.
Concezione biblica del mondo e della vita
Per comprendere l'insegnamento biblico sulla predestinazione, dobbiamo prendere le mosse dal racconto della Caduta, che pure era compresa nel piano eterno di Dio.
Al tempo stesso, come Paolo rileva in Romani 1:18ss,
il rifiuto umano di riconoscere Dio come sovrano e la sua volontaria cecità di fronte al comando di Dio, attirano su di lui l'ira di Dio e la condanna.
Fondamentalmente, quindi, ogni essere umano è condannato perché rifiuta di riconoscere la signoria di Dio e di essere, esso stesso, solo una creatura.
Eppure, nonostante la disubbidienza e la ribellione, Dio non abbandona le creature umane al loro ineluttabile destino.
Da una parte Egli pone un limite, per la Sua grazia, alla loro peccaminosità, affinché persino i peccatori di questo mondo realizzino molto che possa considerarsi vero e buono.
D'altro canto, proprio quando la creatura umana inizia il suo decadimento, Dio promette un Redentore che avrebbe "schiacciato il capo" al tentatore e ristabilito ogni cosa
Genesi 3:15 "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno").
È così che, sin dall'inizio, il proposito della redenzione viene intessuto inestricabilmente nella storia umana.
A causa della peccaminosità della creatura umana, però, essa non avrebbe liberamente perseguito la riconciliazione e la pace con il Creatore.
Lo si vede nella storia di Caino, nel canto di Lamech e nella peccaminosità dell'umanità antidiluviana (Genesi 2-5).
Al tempo stesso vi è una minoranza fedele che discende da Seth fino a Noè, chiamata a sopravvivere al diluvio e portare avanti la linea di coloro che sarebbero stati ubbidienti a Dio ed avrebbero confidato della divina promessa di redenzione.
Abramo appartiene a questa linea. Dio lo chiama ad uscirsene fuori da Ur dei Caldei. Attraverso la discendenza del nipote Giacobbe (Genesi 12),
Dio stabilisce (sceglie) Israele come Suo popolo nel mondo pre-cristiano.
Tutto questo è risultato della grazia divina, riassunta nell'Alleanza che Dio stabilisce con Abramo, Isacco e Giacobbe.
Sebbene in questa fase si dica poco nella Genesi sulla divina elezione e riprovazione, quando si giunge alla differenziazione fra Giacobbe ed Esaù, diventa evidente come già prima che nascessero ed avessero fatto alcunché di bene o di male,
Giacobbe è scelto ed Esaù respinto, benché fossero gemelli
Genesi 25:19ss;
Malachia 1:3;
Romani 9:10-13
"poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione, che dipende non da opere, ma da colui che chiama) le fu detto:
«Il maggiore servirà il minore»;
com'è scritto:
«Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù»").
Qui abbiamo, secondo l'interpretazione calvinista, la prima chiara affermazione della dottrina della doppia predestinazione.
Ulteriori riferimenti nell'Antico Testamento
Oltre a quanto già citato nel paragrafo precedente, vi sono, nell'Antico Testamento incontrovertibili evidenze della dottrina dell'elezione. Da una parte è affermato che Israele è il popolo che Dio ha eletto come proprio, non per ciò che avrebbe potuto offrirgli, ma solo sulla base della grazia di Dio e della Sua scelta sovrana Deuteronomio 7:7ss;
Isaia 41:8,9;
Ezechiele 20:5
Inoltre, sia da Israele che da altre nazioni, Iddio elegge liberamente individui che portino avanti la Sua volontà nella storia per la benedizione di Israele
1 Samuele 16:1ss;
Isaia 45:1ss;
1 Cronache 28:
D'altro canto, benché tutto Israele è da considerarsi eletto (Is 43,1-7), tale elezione sul piano della storia è condizionata alla sua fedeltà (Es 19,5-6). Perciò in senso più stretto solo un residuo fedele rappresenta la scelta da Dio (Isaia 1:9; 10:21ss; 11:11ss; Geremia 23:3; 31:7). L'apostolo Paolo chiama questi: "un residuo eletto per grazia" (Romani 11:5).
Per tutto l'Antico Testamento vi è un riferimento costante a Colui che sarebbe venuto per redimere il popolo di Dio, non solo Israele propriamente detto, ma anche i Suoi eletti da ogni razza e nazione.
Sebbene sia adombrata questa vasta elezione e redenzione nella storia di individui come Ruth e Naaman,
sono i profeti a presentare molto chiaramente la vastità della grazia di Dio che elegge Isaia 11:10;56;
Michea 5:8;
cfr. Romani 9:24,30; 11:12,13;
Atti 15
Tutti coloro che sono eletti e predestinati a diventare il popolo di Dio, non solo fra gli Ebrei, ma anche fra ogni nazione, sarebbero entrati a far parte dell'Alleanza.
Lo avrebbero fatto, però, solo attraverso Colui che sarebbe stato il Mediatore eletto Isaia 42:1ss; 53:1;
Matteo 12:8
La predestinazione nel Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento conferma, espande e chiarisce la predestinazione com'è presentata nell'Antico. Non c'è alcun tentativo di respingerla o di alterarla, ma la sua prospettiva universale viene presentata con maggiore chiarezza.
Cristo afferma di essere il Mediatore di cui si parlava nell'Antico Testamento, e che Dio Padre gli ha affidato la gente che lo comprende e segue:
Marco 1:15;
Luca 4:21;
Giovanni 5:39; 10:14ss.
Gesù, inoltre, afferma chiaramente di essere venuto per deporre la Sua vita per la Redenzione dei molti.
Questo afferma davanti ai discepoli
Mc 10,45:
Mt 20,18
e nelle parole solenni pronunciate sul calice "il mio sangue versato per molti": Mc 14,22-24).
Questo tema dei molti si muove nel Nuovo Testamento tra particolarità e universalità. Così, per esempio, in Giovanni 10
e nella preghiera che Gesù rivolge a Dio Padre in favore dei Suoi
(Gv 17:9)
si mettono in luce aspetti particolari e di gruppo, mentre altri testi sottolineano la rilevanza universale dell'operato da Gesù (Gv 3,17; 1Gv 4,14).
Infatti, come Figlio di Dio fattosi uomo, la Sua vita, morte e risurrezione ha un valore universale e sufficiente per meritare la salvezza di ogni singolo essere umano, ma si tratta sempre di una salvezza data da Dio in modo personale e non automatico e che perciò l'uomo è in grado di rifiutare.
Cristo realizza così l'insegnamento dell'Antico Testamento sulla predestinazione.
Questa è pure la posizione degli apostoli. Il libro degli Atti fornisce numerosi esempi dell'insegnamento apostolico su questa questione. Nel suo sermone a Pentecoste Pietro dà chiare indicazioni sulla sovranità di Dio e sulla responsabilità umana
Atti 2:14ss.
Il discorso di Stefano nel capitolo 7, quel che dice Pietro a Cornelio Atti 10:24ss,
e vari altri brani, presentano le stesse dottrine.
Nelle lettere di Pietro e Giovanni, come pure nell'Apocalisse i temi della Sovranità di Dio, della responsabilità umana, dell'elezione di Dio e della predestinazione di uomini e donne, riappaiono costantemente.
Lo scrittore apostolico che dà la più chiara esposizione di queste dottrine, però è l'apostolo Paolo.
Sebbene egli si riferisce alla dottrina della predestinazione in diversi contesti, egli la espone in dettaglio in Romani 8:29-11:36
e la chiarisce ulteriormente in Efesini 1.
In questi brani egli mette in evidenza la condizione disperata dell'essere umano nella sua condizione di peccatore ed il fatto che, a causa della disubbidienza e della ribellione umana,
Dio lo lascia indurirsi nella sua peccaminosità Romani 9:14ss,
come fece in Egitto con il faraone (Es 4ss).
Al tempo stesso, però, Egli concede la sua grazia ai suoi eletti dall'eternità, redimendoli e giustificandoli in Gesù Cristo (Romani 10:11ss; Efesini 1:4ss).
In tutto questo si rivela il mistero della Sovranità di Dio e della responsabilità umana (Romani 9:19; 11:3)
ed in ogni cosa si rende manifesta la gloria della giustizia di Dio
(Romani 9:16ss).
i cattolici credono nella predestinazione e questo è un dogma della fede cattolica che i salvati, gli eletti, sono predestinati da Dio alla salvezza”,
e questo “Emerge chiaramente:
dalla Scrittura,
dalla Tradizione e
dall’insegnamento costante della Chiesa”.
Di fatto, la predestinazione è un’idea cattolica, e una parola cattolica.
Ho tutta l’intenzione di reclamare ciò che è nostro.
La Scrittura esprime molto chiaramente l’idea che quelli che vengono salvati:
sono “chiamati” (Romani 8, 28),
che Dio “ci ha eletti prima della creazione del mondo” (Efesini 1,4)
e che gli eredi di Cristo erediteranno il regno preparato per loro “fin dalla fondazione del mondo” (Matteo 25,34).
È quindi un dogma di fede che Dio, per eterna risoluzione della sua volontà, abbia predestinato certi uomini alla beatitudine eterna.
Sappiamo che siamo salvati solo mediante il dono della grazia di Dio.
Sappiamo che Dio conosce da sempre chi verrà salvato e chi no.
Cosa significa? Che Dio dona la sua grazia solo ad alcuni e non ad altri?
Che sceglie semplicemente a caso chi verrà salvato?
Per dirla senza mezzi termini, se Dio predestina alcune persone per il Paradiso, non significa forse che predestina anche alcuni per l’Inferno?
Su questo punto la Chiesa è ferma:
“Dio non predestina nessuno ad andare all’inferno; questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine”
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1037). È un sollievo sentirlo!
La Chiesa afferma anche che Dio offre a tutti una grazia sufficiente – ovvero la grazia sufficiente per volgersi a Lui e allontanarsi dal peccato.
In altri termini, Dio offre a tutti la possibilità di salvarsi.
Sant’Agostino: “Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te” .
Dio è buono, e Dio è giusto.
Può salvare una persona senza opere buone, perché Egli è buono, ma non può condannare nessuno senza opere malvagie, perché Egli è giusto (Contro Giuliano).
La sua misericordia ci precede in tutto, ma assentire o dissentire dalla chiamata di Dio è una questione di volontà (Lo Spirito e la lettera 34,60)
Predestinazione Nella teologia cattolica,
«il piano secondo cui Dio ordina la creatura razionale al conseguimento della vita eterna» (s. Tommaso).
Nessuno è escluso dalla beatitudine eterna senza sua colpa, poiché Dio ha predestinato tutti gli uomini a essere conformi al proprio Figlio che si è fatto uomo.
Domanda: "Che cos’è la predestinazione? La predestinazione è biblica?"
Risposta: Romani 8:29-30 ci dice:
“Perché quelli che ha preconosciuti,
li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo,
affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli;
e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati (consacrati);
e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati (dichiarati giusti);
e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati”.
…........... quindi siamo stati: trasfigurati, cristificati, effusionati: “nati di nuovo” adottati, intronizzati, divinizzati, santificati,
…........... resi eredi, sacerdoti, re e profeti,
…........... immortali, invulnerabili e invincibili.
Efesini 1:5 e 11 dichiara: “[Egli ci ha] predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà […].
In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà”.
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Molte persone nutrono una forte ostilità verso la dottrina della predestinazione.
Tuttavia, la predestinazione è una dottrina biblica.
La chiave sta nel comprendere che cosa significa il concetto di predestinazione, biblicamente.
Le parole tradotte “predestinati” nelle Scritture summenzionate derivano dal termine greco: “proorizo”, che reca il significato di “determinare in anticipo”, “ordinare”, “decidere in anticipo”.
Perciò, la predestinazione ha a che fare con Dio che ha determinato in anticipo che accadessero certe cose.
Di quali cose si tratta?
Secondo Romani 8:29-30,
Dio ha predeterminato che certi individui fossero conformati all’immagine del Suo Figlio,
fossero:
chiamati, giustificati e glorificati.
In sostanza, Dio ha predeterminato che certi individui fossero salvati.
Numerose Scritture fanno riferimento al fatto che i credenti in Cristo sono stati scelti:
Matteo 24:22,31;
Marco 13:20,27;
Romani 8:33; 9:11; 11:5-7, 28;
Efesini 1:11;
Colossesi 3:12;
1 Tessalonicesi 1:4;
1 Timoteo 5:21;
2 Timoteo 2:10;
Tito 1:1;
1 Pietro 1:1-2; 2:9;
2 Pietro 1:10
La predestinazione è la dottrina biblica secondo cui Dio, nella Sua sovranità, sceglie che certi individui siano salvati. L’obiezione più comune mossa alla dottrina della predestinazione è che sia ingiusta. Perché Dio sceglierebbe certi individui e non altri?
La cosa importate da ricordare è che nessuno merita di essere salvato.
Tutti abbiamo peccato (Romani 3:23)
e meritiamo il castigo eterno (Romani 6:23).
Ne risulta che Dio sarebbe perfettamente giusto nel permettere che tutti trascorriamo l’eternità all’inferno.
Tuttavia, Dio ha scelto di salvare alcuni di noi. Egli non è stato ingiusto verso quelli che non ha scelti perché costoro riceveranno quello che meritano.
Scegliendo di far grazia ad alcuni, Dio non è ingiusto verso gli altri. Nessuno merita nulla da Dio — quindi nessuno può obiettare se non riceve nulla da Lui.
Un esempio potrebbe essere quello di dare dei soldi a 5 persone in un gruppo di 20. Le 15 che non hanno ricevuto niente dovrebbero arrabbiarsi?
Probabilmente lo faranno. Hanno il diritto di farlo? No. Perché? Perché io non dovevo soldi a nessuno. Ho deciso semplicemente di essere buono con alcuni di loro.
Un esempio potrebbe essere quello della parabola dei lavoratori della vigna è una parabola di Gesù che si trova solamente nel Vangelo secondo Matteo 20,1-16. Potrebbe essere chiamata anche: ... parabola degli operai dell'undicesima ora perché l'accento è posto su quelli che per ultimi sono chiamati ad andare a lavorare nella vigna.
Parabola degli operai mandati nella vigna (Mt.20,1-16)
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».
Se Dio ha scelto chi sarà salvato, questo non mina il nostro libero arbitrio per scegliere di credere in Cristo?
La Bibbia dice che noi abbiamo la scelta del libero arbitrio: tutto quello che dobbiamo fare è credere in Gesù Cristo e saremo salvati
Giovanni 3:16;
Romani 10:9-10
la Bibbia non dice mai che Dio rifiuterà chi che crede in Lui, né respingerà chi Lo sta cercando
Deuteronomio 4:29.
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In qualche modo, nel mistero di Dio, la predestinazione opera mano nella mano con una persona che viene attirata da Dio:
Giovanni 6:44
e crede per la salvezza
Romani 1:16
Dio predestina chi sarà salvato, e noi dobbiamo scegliere Cristo per essere salvati. Entrambi i fatti sono egualmente veri.
Romani 11:33 proclama:
“Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!”
la predestinazione NON è il fato
Una dottrina ERRATA della predestinazione nella sua generalità, è una dottrina molto antica e la compiuta formulazione nel mondo antico è stata data dagli Stoici.
Già i tragici greci prevedevano che gli uomini fossero soggetti a un fato scritto dagli dèi.
Anche nella filosofia corrispondevano dottrine NON CRISTIANE della predestinazione, per esempio implicita in Parmenide e Senofane.
In particolare gli Stoici teorizzavano il fato come il destino ineluttabile scritto dagli dèi o meglio dal logos. Il logos per il panteismo stoico è la ragione divina del cosmo nella sua globalità, concernente anche ogni singolo uomo.
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Nel Cristianesimo Paolo di Tarso ha fatto dell'idea di predestinazione un punto di forza del suo pensiero e, al suo seguito, anche teologi come Agostino di Ippona, Giovanni Calvino, e Karl Barth hanno costruito la loro dottrina poggiando sulla stessa idea.
D'altra parte le posizioni teologiche di questi autori hanno suscitato un buon numero di controversie lungo la storia: Pelagio nella chiesa antica e John Wesley nel XVIII secolo possono rappresentare due esempi di teologi che non davano spazio alcuno a questa categoria.
La differenza di convinzioni su questa dottrina è continuata fino al presente.
Si può in genere affermare che la dottrina della predestinazione comporta un aspetto più ampio ed uno più ristretto.
L'ASPETTO AMPIO si riferisce al fatto che il Dio trino abbia preordinato tutto ciò che deve accadere
Efesini 1:11;
cfr. Salmo 2
Dall'eternità Dio ha sovranamente determinato tutto ciò che accade nella storia.
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L'ASPETTO O USO PIÙ STRETTO del termine,
è che Dio abbia scelto dall'eternità un numero determinato di persone destinandole ad essere in eterna comunione con Lui, accordando loro la grazia.
Da questa idea alcuni concludono che Dio ha anche determinato che il resto dell'umanità, i "non scelti", vada per la sua strada, cioè segua la via del peccato fino alle sue estreme e giuste conseguenze (la punizione eterna).
Essi intendono la dottrina della predestinazione come "doppia predestinazione".
Altri invece, pur accettando l'idea che Dio scelga alcuni destinandoli alla salvezza, respingono decisamente l'idea di un decreto di riprovazione
Romani 9:16-19
e di una "doppia predestinazione".
Essi pensano che Dio dia a tutti gli uomini la grazia necessaria per la salvezza, collegano la riprovazione alla libertà dell'uomo, e tendono anche a vedere la grazia della predestinazione di alcuni in funzione della salvezza di altri.
Punto focale delle discussioni su questo tema è come si rapportino la volontà di Dio e la finalità del suo disegno con la libertà dell'uomo, il quale, a dire della Scrittura, è chiamato alla salvezza secondo due dimensioni: personale e collettiva (collettiva=facendo parte di un popolo e di una famiglia umana).
Il termine predestinazione nella Bibbia
Nella Bibbia esistono diversi termini che esprimono ciò che nella nostra lingua chiamiamo predestinazione.
Nell'Antico Testamento un certo numero di termini fanno riferimento ai progetti e propositi di Dio: ay-tsaw', consiglio, proposito, come in
Geremia 49:20; 50:45,
Michea 4:12.
yâ'ats, deliberazione, risoluzione, proposito, come in:
Isaia 14:24;26-27; 19:12; 23:9
? bâchar, scegliere, come in:
Numeri 16:5-7;
Deuteronomio 4:37; 10:15;
Isaia 41:8;
Ezechiele 20:5.
Nel Nuovo Testamento i termini col significato di "predestinare" sono ancora di più:
prooriz "predestinare",
in Romani 8:29,30;
Efesini 1:5-11.
eklektos, "eletti", in
Matteo 24:22ss;
Romani 8:33;
Colossesi 3:12.
aihreomai, "scegliere" in
2 Tessalonicesi 2:13.
eklegomai in
1 Corinzi 1:27ss,
Efesini 1:4.
La dottrina non dipende, però, solo dall'uso di alcune parole, perché, quando si studia la Bibbia nel suo complesso, si nota che la dottrina della predestinazione ha una certa importanza in entrambi i Testamenti.
PRESUPPOSTI:
Per comprendere la dottrina della predestinazione, è necessario avere ben chiari i presupposti biblici sulla quale si fonda. Pure gli avversari di questa dottrina basano le loro persuasioni su determinati presupposti.
La questione, quindi, è come i primi possano conciliarsi con i secondi.
È pertanto in questione il valore che diamo alla Bibbia e in che modo la interpretiamo.
LA CONCEZIONE BIBLICA DI DIO
Presupposto fondamentale della dottrina della predestinazione è la concezione biblica di Dio.
Egli è l'eterno, Colui che si pone al di sopra ed al di là del tempo e dello spazio.
Non c'è infatti mai stato un tempo in cui non esistesse. Dio, così, non è soggetto al mutare del tempo e dello spazio
Malachia 3:6;
Romani 1:20,21;
Deuteronomio 33:27;
Isaia 57:15.
Iddio, inoltre, è sovrano su ogni cosa come il Creatore, Sostenitore e Dominatore dell'universo.
"Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno:
il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione.
Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli:
«Che fai?»"
Daniele 4:34,35;
cfr. Isaia 45:1ss;
Romani 9:17ss;
Efesini 1:11
Iddio, poi, è sovranamente giusto, tanto che tutto ciò che Egli fa è conforme alla perfezione della Sua natura:
Geremia 23:6; 33;16;
Romani 1:17; 10:3;
2 Pietro 1:1
Nell'eternità Egli ha sovranamente stabilito i Suoi propositi e progetti, cosa che è ben al di là di quanto noi si possa pensare, concepire o comprendere.
La creatura umana, quindi, può conoscere i piani di Dio solo in quanto Egli glieli riveli
Geremia 23:18;
Deuteronomio 29:29;
Salmo 33:11;
Isaia 46:10; 55:7SS;
Ebrei 6:17
Iddio ha rivelato i Suoi progetti e propositi all'umanità nella misura loro necessaria,
attraverso i profeti dell'Antico Testamento,
attraverso gli scrittori apostolici del Nuovo Testamento,
ma soprattutto attraverso Suo Figlio Gesù Cristo, al quale sia profeti che apostoli rendono testimonianza.
Era per divina rivelazione che i profeti potevano indicare la venuta del Redentore
Genesi 3:15;
Deuteronomio 18:15;
Isaia 53;
Malachia 4:2;
Ebrei 1:1ss,
ed erano gli apostoli che potevano rendergli testimonianza e spiegare il significato della Sua vita, morte, risurrezione ed Ascensione
Atti 2:22ss;
Giovanni 20:30ss
Gli esseri umani, quindi, sono limitati nella loro comprensione dei propositi di Dio come sono stati loro rivelati, ed il loro significato ultimo, propositi e piani, devono rimanere un mistero.
Inoltre, a causa dell'infinità di Dio, la Sua eternità, essere immutevole e verità, l'essere umano semplicemente non lo può completamente intendere, anche quando egli ne riceve rivelazione piena e completa.
Questo vuol dire che il rapporto di Dio con lo spazio e con il tempo non può essere compreso da esseri spazio-temporali come noi, perché essi nemmeno comprendono il significato di eternità
cfr.
Isaia 26:12ss;
Daniele 4:24ss;
Atti 2:22ss
È necessario, perciò, quando si studia la dottrina biblica, tenere bene a mente questo mistero ultimo dell'essere di Dio.
Sovranità di Dio e libertà umana
A questo punto sorge la questione di come possa conciliarsi l'assoluta sovranità di Dio con la possibilità della libertà e responsabilità individuale dell'essere umano.
La Bibbia, però, afferma sia la sovranità di Dio che la libertà umana.
Le osservazioni del patriarca Giuseppe ai Suoi fratelli
Genesi 45:4ss
e l'affermazione dell'apostolo Pietro sulla crocifissione di Cristo
Atti 2:23 "… quest'uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste",
mettono in luce proprio questa duplice realtà.
La creatura, nell'eseguire i piani di Dio, anche non intenzionalmente, lo fa in modo libero e responsabile.
Coloro che rifiutano d'accettare l'insegnamento biblico sulla predestinazione devono fornirne, se possono, qualche altra spiegazione.
Alcuni cristiani tentano di conciliare la sovranità di Dio con l'indipendenza umana, ma hanno difficoltà nello spiegare le affermazioni della Bibbia come pure la loro fede nell'opera salvifica di Dio in Gesù Cristo.
I non-cristiani hanno due scelte:
1. Possono affermare l'esistenza ultima del destino, che distrugge ogni possibilità di responsabilità umana (perché non ci sarebbe alcuno verso cui siano responsabili), il pensiero logico e quindi la conoscenza scientifica.
2. L'altra alternativa è quella di un completo determinismo che comporta un risultato simile, perché non si tratterebbe altro che del "caso".
Sebbene il punto di vista biblico non possa essere pienamente razionalizzato secondo le nostre leggi spazio-temporali, esso è il solo che renda possibile sia responsabilità che libertà.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Sovranità di Dio.
Concezione biblica del mondo e della vita
Per comprendere l'insegnamento biblico sulla predestinazione, dobbiamo prendere le mosse dal racconto della Caduta, che pure era compresa nel piano eterno di Dio.
Al tempo stesso, come Paolo rileva in Romani 1:18ss,
il rifiuto umano di riconoscere Dio come sovrano e la sua volontaria cecità di fronte al comando di Dio, attirano su di lui l'ira di Dio e la condanna.
Fondamentalmente, quindi, ogni essere umano è condannato perché rifiuta di riconoscere la signoria di Dio e di essere, esso stesso, solo una creatura.
Eppure, nonostante la disubbidienza e la ribellione, Dio non abbandona le creature umane al loro ineluttabile destino.
Da una parte Egli pone un limite, per la Sua grazia, alla loro peccaminosità, affinché persino i peccatori di questo mondo realizzino molto che possa considerarsi vero e buono.
D'altro canto, proprio quando la creatura umana inizia il suo decadimento, Dio promette un Redentore che avrebbe "schiacciato il capo" al tentatore e ristabilito ogni cosa
Genesi 3:15 "Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno").
È così che, sin dall'inizio, il proposito della redenzione viene intessuto inestricabilmente nella storia umana.
A causa della peccaminosità della creatura umana, però, essa non avrebbe liberamente perseguito la riconciliazione e la pace con il Creatore.
Lo si vede nella storia di Caino, nel canto di Lamech e nella peccaminosità dell'umanità antidiluviana (Genesi 2-5).
Al tempo stesso vi è una minoranza fedele che discende da Seth fino a Noè, chiamata a sopravvivere al diluvio e portare avanti la linea di coloro che sarebbero stati ubbidienti a Dio ed avrebbero confidato della divina promessa di redenzione.
Abramo appartiene a questa linea. Dio lo chiama ad uscirsene fuori da Ur dei Caldei. Attraverso la discendenza del nipote Giacobbe (Genesi 12),
Dio stabilisce (sceglie) Israele come Suo popolo nel mondo pre-cristiano.
Tutto questo è risultato della grazia divina, riassunta nell'Alleanza che Dio stabilisce con Abramo, Isacco e Giacobbe.
Sebbene in questa fase si dica poco nella Genesi sulla divina elezione e riprovazione, quando si giunge alla differenziazione fra Giacobbe ed Esaù, diventa evidente come già prima che nascessero ed avessero fatto alcunché di bene o di male,
Giacobbe è scelto ed Esaù respinto, benché fossero gemelli
Genesi 25:19ss;
Malachia 1:3;
Romani 9:10-13
"poiché, prima che i gemelli fossero nati e che avessero fatto del bene o del male (affinché rimanesse fermo il proponimento di Dio, secondo elezione, che dipende non da opere, ma da colui che chiama) le fu detto:
«Il maggiore servirà il minore»;
com'è scritto:
«Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù»").
Qui abbiamo, secondo l'interpretazione calvinista, la prima chiara affermazione della dottrina della doppia predestinazione.
Ulteriori riferimenti nell'Antico Testamento
Oltre a quanto già citato nel paragrafo precedente, vi sono, nell'Antico Testamento incontrovertibili evidenze della dottrina dell'elezione. Da una parte è affermato che Israele è il popolo che Dio ha eletto come proprio, non per ciò che avrebbe potuto offrirgli, ma solo sulla base della grazia di Dio e della Sua scelta sovrana Deuteronomio 7:7ss;
Isaia 41:8,9;
Ezechiele 20:5
Inoltre, sia da Israele che da altre nazioni, Iddio elegge liberamente individui che portino avanti la Sua volontà nella storia per la benedizione di Israele
1 Samuele 16:1ss;
Isaia 45:1ss;
1 Cronache 28:
D'altro canto, benché tutto Israele è da considerarsi eletto (Is 43,1-7), tale elezione sul piano della storia è condizionata alla sua fedeltà (Es 19,5-6). Perciò in senso più stretto solo un residuo fedele rappresenta la scelta da Dio (Isaia 1:9; 10:21ss; 11:11ss; Geremia 23:3; 31:7). L'apostolo Paolo chiama questi: "un residuo eletto per grazia" (Romani 11:5).
Per tutto l'Antico Testamento vi è un riferimento costante a Colui che sarebbe venuto per redimere il popolo di Dio, non solo Israele propriamente detto, ma anche i Suoi eletti da ogni razza e nazione.
Sebbene sia adombrata questa vasta elezione e redenzione nella storia di individui come Ruth e Naaman,
sono i profeti a presentare molto chiaramente la vastità della grazia di Dio che elegge Isaia 11:10;56;
Michea 5:8;
cfr. Romani 9:24,30; 11:12,13;
Atti 15
Tutti coloro che sono eletti e predestinati a diventare il popolo di Dio, non solo fra gli Ebrei, ma anche fra ogni nazione, sarebbero entrati a far parte dell'Alleanza.
Lo avrebbero fatto, però, solo attraverso Colui che sarebbe stato il Mediatore eletto Isaia 42:1ss; 53:1;
Matteo 12:8
La predestinazione nel Nuovo Testamento
Il Nuovo Testamento conferma, espande e chiarisce la predestinazione com'è presentata nell'Antico. Non c'è alcun tentativo di respingerla o di alterarla, ma la sua prospettiva universale viene presentata con maggiore chiarezza.
Cristo afferma di essere il Mediatore di cui si parlava nell'Antico Testamento, e che Dio Padre gli ha affidato la gente che lo comprende e segue:
Marco 1:15;
Luca 4:21;
Giovanni 5:39; 10:14ss.
Gesù, inoltre, afferma chiaramente di essere venuto per deporre la Sua vita per la Redenzione dei molti.
Questo afferma davanti ai discepoli
Mc 10,45:
Mt 20,18
e nelle parole solenni pronunciate sul calice "il mio sangue versato per molti": Mc 14,22-24).
Questo tema dei molti si muove nel Nuovo Testamento tra particolarità e universalità. Così, per esempio, in Giovanni 10
e nella preghiera che Gesù rivolge a Dio Padre in favore dei Suoi
(Gv 17:9)
si mettono in luce aspetti particolari e di gruppo, mentre altri testi sottolineano la rilevanza universale dell'operato da Gesù (Gv 3,17; 1Gv 4,14).
Infatti, come Figlio di Dio fattosi uomo, la Sua vita, morte e risurrezione ha un valore universale e sufficiente per meritare la salvezza di ogni singolo essere umano, ma si tratta sempre di una salvezza data da Dio in modo personale e non automatico e che perciò l'uomo è in grado di rifiutare.
Cristo realizza così l'insegnamento dell'Antico Testamento sulla predestinazione.
Questa è pure la posizione degli apostoli. Il libro degli Atti fornisce numerosi esempi dell'insegnamento apostolico su questa questione. Nel suo sermone a Pentecoste Pietro dà chiare indicazioni sulla sovranità di Dio e sulla responsabilità umana
Atti 2:14ss.
Il discorso di Stefano nel capitolo 7, quel che dice Pietro a Cornelio Atti 10:24ss,
e vari altri brani, presentano le stesse dottrine.
Nelle lettere di Pietro e Giovanni, come pure nell'Apocalisse i temi della Sovranità di Dio, della responsabilità umana, dell'elezione di Dio e della predestinazione di uomini e donne, riappaiono costantemente.
Lo scrittore apostolico che dà la più chiara esposizione di queste dottrine, però è l'apostolo Paolo.
Sebbene egli si riferisce alla dottrina della predestinazione in diversi contesti, egli la espone in dettaglio in Romani 8:29-11:36
e la chiarisce ulteriormente in Efesini 1.
In questi brani egli mette in evidenza la condizione disperata dell'essere umano nella sua condizione di peccatore ed il fatto che, a causa della disubbidienza e della ribellione umana,
Dio lo lascia indurirsi nella sua peccaminosità Romani 9:14ss,
come fece in Egitto con il faraone (Es 4ss).
Al tempo stesso, però, Egli concede la sua grazia ai suoi eletti dall'eternità, redimendoli e giustificandoli in Gesù Cristo (Romani 10:11ss; Efesini 1:4ss).
In tutto questo si rivela il mistero della Sovranità di Dio e della responsabilità umana (Romani 9:19; 11:3)
ed in ogni cosa si rende manifesta la gloria della giustizia di Dio
(Romani 9:16ss).
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